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IP, l’intelligenza artificiale farà crescere i volumi delle consulenze legali

Lo rileva la ricerca sulla proprietà intellettuale del Centro Studi TopLegal

25-01-2024

IP, l’intelligenza artificiale farà crescere i volumi delle consulenze legali

 

di Claudia Ridolfo

L’approvazione dell’AI Act e il crescente utilizzo dell’intelligenza artificiale potrebbero far salire le consulenze in ambito proprietà intellettuale. È quanto emerge dall’ultima ricerca del Centro Studi TopLegal sul settore IP. L’aggiornamento della ricerca ha coinvolto legal counsel, general counsel, ceo, dirigenti e direttori generali.

Le sfide per gli in-house

Nessuna nuova sfida per gli in-house dell’IP, le principali sfide che dovranno affrontare riguardano le note attività di routine, quali: l’elaborazione di strategie di protezione, riduzione dei rischi e deposito brevetti e marchi, la tutela del know-how aziendale, la lotta alla crescente contraffazione a livello globale e la gestione di alcune novità riguardanti le licenze.

Nuove invece le sfide che in maniera trasversale stanno coinvolgendo le direzioni legali in molteplici settori, tra cui anche l’IP, dove le novità tecnologiche assumono una rilevanza maggiore. Da una parte, la crescente necessità di regolamentazione dell’intelligenza artificiale in riferimento ai diritti della proprietà intellettuale (rapporto tra brevetti e sistemi AI e tra AI e diritti d’autore), coinvolgerà direttamente le direzioni legali del mondo IP e potrebbe apportare importanti cambiamenti nella gestione delle attività. Dall’altra, la sempre crescente propensione all’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici ha posto gli in-house di fronte a sfide che riguardano l’integrazione e la gestione dell’AI generativa con le soluzioni offerte dall’azienda e la sperimentazione di un nuovo modo di fare comunicazione e presenza commerciale.  Altre sfide sono inerenti l’organizzazione aziendale, quali l’introduzione di figure come il cto (chief technology officer): figura centrale nella scelta di uno strumento digitale o di una tecnologia da sviluppare o adottare per aiutare l’azienda a trovare gli strumenti migliori per migliorare la performance aziendale.

Fedeltà al consulente esterno

 I consulenti legali devono, secondo il parere degli in-house, offrire analisi puntuali e orientate alle necessità di business del cliente, attraverso un supporto professionale aggiornato, competente e una consapevolezza su differenti livelli (giuridico, tecnologico, societario), disponendo anche di una conoscenza ed esperienza diretta delle nuove tecnologie.

Il 39% degli intervistati dimostra un’assoluta fedeltà allo studio legale scelto, affermando che non ci sia alcuna possibilità di scegliere in futuro uno studio diverso o nuovo rispetto a quelli finora ingaggiati nell’ambito IP. Il 48% degli intervistati ritiene tale possibilità che sarà poco probabile. Segno di un mercato abbastanza stabile, caratterizzato dalla prevalenza di un’assistenza continuativa al cliente e dotato di forti barriere all’ingresso per chi vuole raggiungere nuovi clienti.  I motivi per cui le direzioni legali potrebbero optare per tale scelta sono, infatti, pochi ma mirati: la necessità di conoscenze specialistiche, la sensibilità alle tematiche legate alle nuove tecnologie, la necessità di avere un portafoglio fornitori differenziato oppure l’esigenza di network internazionali.

Il 73% del campione non prevede però un aumento dell’esternalizzazione dei servizi legali. Il restante 27% si aspetta un incremento di richieste per servizi quali assistenza day by day in ambito contrattuale, assistenza per contratti di R&S e in generale in ambito brevettuale. Investire in R&S è fondamentale nell’ambito IP, in quanto permette lo sviluppo e la propulsione di innovazione, in termini di lancio di nuovi prodotti o di miglioramento dei prodotti già esistenti. Ciò implica una maggiore probabilità di richieste di consulenza legale da parte delle aziende e quindi opportunità per le insegne di accrescere il proprio fatturato. Spesso le innovazioni non riguardano una solo tecnologia, ma coinvolgono diversi attori, fornitori, enti di ricerca, per cui bisogna trovare il modo di normare contrattualmente i diversi rapporti.

Cambiamenti in vista nelle consulenze legali  

Dal lato giuridico, l’introduzione del Brevetto europeo con effetto unitario e l’entrata in vigore dell’Accordo sul Tribunale Unificato dei Brevetti, con l’istituzione a Milano della terza sezione quest’anno, comporterà secondo gli studi legali coinvolti nella ricerca un incremento della dimensione del contenzioso brevettuale in Europa, ma anche una maggiore competitività tra gli attori del mercato legale.

Un’altra tendenza è dettata dall’incremento dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che comporterà la necessità di regolamentare e disciplinare i diritti di proprietà intellettuale ad essa connessi. Per questo motivo, la legge europea sull’intelligenza artificiale approvata nel dicembre 2023, il cosiddetto AI Act (Regolamento sull’intelligenza artificiale), rappresenta un tassello legislativo importante e potrebbe aumentare la richiesta di consulenza per la creazione e la tutela di contenuti su Metaverso e NFT, anche tramite AI generativa.

A livello geopolitico, l’instabilità e le tensioni internazionali hanno forti impatti in tema di tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Ne sono un esempio gli attacchi di cyberwarfare, che rappresentano un pericolo in termini di sottrazione di segreti commerciali, e le problematiche emerse in materia di tutela dei marchi delle società che hanno abbandonato il proprio business in Russia. Mentre dal lato economico, il progressivo aumento dei tassi di interesse potrebbe indurre a una minore propensione d’investimento in R&S e di conseguenza a una diminuzione della consulenza richiesta dalle aziende in ambito IP.

La necessità di investire in professionisti esperti di nuove tecnologie

In termini di investimenti, gli studi legali coinvolti nella ricerca hanno puntato su comunicazione, organizzazione interna, aggiornamento continuo, approccio smart e innovazione. In particolare, uno stile comunicativo chiaro, un modello di assistenza verticale che preveda la creazione di gruppi di lavoro trasversali e un approccio sintetico, sono gli strumenti strategici per rispondere alle esigenze dei clienti. Negli ultimi 18 mesi, infatti, gli studi hanno investito in innovazioni tecnologiche e di sistema, in modo da offrire servizi più efficienti, puntuali ed economici.  Alcuni studi si sono anche attrezzati per rispondere alla richiesta di certificazioni sempre più frequente nelle lettere di engagement, soprattutto a livello internazionale.

Considerando la centralità del mondo tech, le insegne legali hanno intenzione di investire nei prossimi tre anni nella specializzazione verso i profili IP esperti di nuove tecnologie. L’obiettivo, più generale, è infatti creare una nuova generazione di IP lawyer che possa affrontare con competenza specifica tematiche di attualità quali intelligenza artificiale, Metaverso e dark pattern e la loro interconnessione con i diritti di proprietà intellettuale.

 

Le nuove classifiche saranno disponibili a febbraio sul sito e incluse nella TopLegal Review di febbraio/marzo 2024


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