A chi piace la ricetta polacca?

18-07-2007

Sono anni, ormai, che in Italia ciclicamente sentiamo qualcuno lamentarsi della degenarazione che ha colpito il mondo forense. L'attività legale ridotta a mercimonio. I servizi venduti come patate. I costi arrivati alle stelle. Cittadini e imprese impotenti di fronte agli avvocati succhia soldi. E chi sarebbero i principali responsabili di questo degrado? Il coro, solitamente, è quasi unanime: i supermercati del diritto, le law firm battenti bandiera inglese o americana.
Lungi da noi tediarvi sull'annosa questione anche in questo articolo, ma c'è un fatto di cronaca che ha attirato la nostra attenzione e ci sembra una interessante "provocazione".
In Polonia, dove il dibattito sulla professione ha toni più o meno simili a quelli registrati nella Penisola, il governo ha deciso di risolvere il problema introducendo un tetto alle tariffe orarie applicabili dagli studi legali. Non più di 70 euro ogni sessanta minuti di lavoro. Un'abominio per le law firm ma anche per molti studi locali.
Le proteste contro la possibile introduzione di un limite massimo alle fee orarie è arrivata da studi come Clifford Chance, Allen & Overy, Lovell's, Gide Loyrette Nouel, Gleiss Lutz e White & Case. Ma anche da realtà come Wardynski & Partners, ovvero indipendenti polacchi che operano nel mercato d'affari.
La cifra è stata calcolata in base a un curioso stratagemma: quei 70 euro rappresenterebbero il 30% di uno stipendio medio polacco. L'effetto di questa proposta di legge è stato immediato. Molte law firm si sono attivate per protestare fino a minacciare di levare le tende. Gli inglesi hanno fatto intervenire il loro ambasciatore e presto potrebbero fare altrattanto anche gli americani.
In Italia mai nessuno ha pensato a una soluzione tanto drastica. Nemmeno gli apologeti dei minimi tariffari demoliti da Bersani. Eppure questa sì che sarebbe una misura piuttosto efficace per favorire l'accesso alla tutela giudiziaria dei cittadini. Ma si sa, da queste parti tutti hanno ben chiara la distinzione tra la deontologia e il denaro. Vero?

TAGS

Allen & Overy, Clifford Chance, White & Case, Hogan Lovells, Gide, Gleiss Lutz, Wardynski


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