Il termine “balsamico” può essere utilizzato nelle etichettature di prodotti alimentari senza con ciò determinare la violazione dell’art. 13 Reg. CE 51/2006 (protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine).
Non solo. La Sezione del Riesame del Tribunale di Modena, accogliendo le difese svolte dall’avvocato Vincenzo Piccarreta dello studio AA Franzosi Dal Negro Pensato Setti di Milano in collaborazione con l’avvocato Stefano Sonvico di Como, ha anche specificato che la normativa comunitaria concernente le denominazioni d’origine e le indicazioni geografiche protette “non possa essere estesa a consentire la protezione dei singoli termini delle denominazioni “Aceto Balsamico di Modena IGP” ed “Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Reggio Emilia DOP”, dovendosi invece ritenere che la protezione sia limitata a tali denominazioni complessivamente intese.
Il principio sancito ha consentito l’immediato dissequestro di 20.000 confezioni di prodotti alimentari (per lo più “condimenti balsamici”) presso uno storico acetificio della provincia di Modena, prodotti che erano stati posti sotto vincolo a seguito della vasta operazione denominata “Oro nero” effettuata nei primi giorni del mese scorso dal Corpo Forestale dello Stato a tutela dell’aceto balsamico.
L’operazione aveva portato al sequestro di circa 90.000 confezioni di prodotti alimentari per lo più definiti in etichetta “Condimenti Balsamici” basandosi sull’assunto che l’uso della parola “balsamico” fosse evocativa della denominazione protetta e non fosse quindi utilizzabile su prodotti alimentari affini a quelli per cui detta denominazione è riconosciuta proteggibile dati gli articoli 515 (Frode in commercio), 517 (Vendita di prodotti con segni mendaci) e 517 bis del Codice Penale.
Non l’hanno pensata così i giudici di Modena segnando un importante precedente a tutela dei produttori di Condimenti Balsamici, spesso imprenditori agricoli di piccole dimensioni.
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