Quali sono le caratteristiche imprescindibili per un candidato ideale di uno studio legale associato? Chiomenti sul suo sito le riassume come segue: «Il candidato ideale è un professionista con un’eccellente carriera universitaria, conoscenze avanzate delle lingue e il desiderio e l’attitudine a impegnarsi a fondo nell’attività professionale con dedizione e passione». Sono allineati gli annunci pubblicati sui siti di Gianni Origoni Grippo Cappelli e Legance, dove è chiaramente specificato che «un brillante percorso accademico e un inglese fluente sono requisiti indispensabili».
Il percorso accademico, quindi, certamente conta. Ma da solo non è sufficiente. La maggior parte degli studi vuole molto di più. Così, la buona preparazione e, magari, un 110 e lode sul curriculum diventano in molti casi la conditio sine qua non di un colloquio, ma non sono sufficienti ad assicurarsi un posto in studio. Tanto per cominciare, per quanto brillante possa essere il percorso accademico di un giovane, la scarsa conoscenza dell’inglese azzera le possibilità di entrare in uno studio internazionale o in uno studio italiano che abbia in portafoglio clientela estera. Quando un giovane intende entrare in uno studio legale associato, quindi, deve ben sapere che la padronanza della lingua inglese è un asset più apprezzato del 110 e lode.
Lo dimostrano, per esempio, gli annunci pubblicati nella sezione “Lavora con noi” da Nctm: che si tratti di un praticante in diritto ambientale o un praticante nel labour si richiede un ottimo inglese, mentre i voti di laurea ricercati sono rispettivamente pari o superiori a 108 e a 105. Dagli annunci pubblicati da Nctm si può trarre anche un utile suggerimento: soprattutto quando si tratta di inserire praticanti, la materia e il titolo della tesi sono tra i pochi strumenti che le insegne possono valutare per capire se gli interessi universitari della giovane risorsa sono coerenti con le attività dello studio e le posizioni aperte.
Da non dimenticare, inoltre, l’importanza che può assumere in sede di colloquio l’aver frequentato corsi di specializzazione e master economico-finanziari, sempre apprezzati da studi legali che annoverano nell’offerta dei loro servizi il banking, l’equity e il debt capital markets o il tax.
La verità, però, è che la formazione giuridica, il percorso accademico e post-universitario e la conoscenza dell’inglese, per quanto sembrino poter delineare un profilo a tutto tondo, non bastano. Agli elementi formativi, che costituiscono la componente hard di un colloquio, si devono accompagnare una serie di altre caratteristiche che potremmo definire soft. Infatti, non c’è colloquio durante il quale, almeno per quanto possibile, non vengano valutate anche la motivazione, la personalità e le attitudini.
Sempre curiosando sui siti dei principali studi legali italiani, nella parte dedicata alla carriera di BonelliErede si legge: «Intelligenza e creatività, entusiasmo e determinazione, grinta e dedizione: è quello che esigiamo da noi stessi e, se desideri entrare a far parte della nostra squadra, chiediamo anche a te».
Curiosità, capacità di lavorare in team e di condividere, flessibilità e umiltà sono elementi chiave, in grado di decretare o meno l’ingresso in uno studio associato. Ancora, è un plus dimostrarsi decisi nella scelta di una specializzazione perché l’indecisione è percepita come sinonimo di poca motivazione. Al contrario, gli studi cercano persone con obiettivi chiari, che sanno ciò che vogliono.
Il candidato ideale deve, inoltre, dimostrare di gestire bene i propri contatti. È per questo che spesso i selezionatori chiedono referenze. La professione legale si basa sulla capacità di creare un rapporto fiduciario con il cliente. Nessuna caratteristica, quindi, è più utile a un avvocato della capacità di coltivare e far fruttare i propri contatti. L’agenda è il vero patrimonio del legale: più conoscenze si possono tradurre in più possibilità di mandati. Bisogna saper gestire la propria rubrica in maniera sistematica, fare la mappatura di chi conta nel proprio settore di riferimento e cercare di conoscerlo.
Un ultimo elemento imprescindibile per delineare il profilo del candidato ideale è l’interesse per l’attualità economico-politica. La professione legale negli studi legali d’affari non è fatta di solo diritto. Gli avvocati d’impresa entrano più frequentemente nelle sale riunioni delle grandi aziende che non nelle aule di tribunale. Quando ci si siede davanti al cliente bisogna dimostrare di parlare lo stesso linguaggio e di sapere comprendere non solo le conseguenze legali dell’operazione, ma l’obiettivo che il cliente intende raggiungere. E per farlo bisogna capire il contesto economico in cui lui si muove.
È necessario, quindi, inquadrare le motivazioni all’interno del contesto macro-economico in cui nascono. Anche per sapere se spingere in una direzione piuttosto che un’altra, aiutando così in maniera determinante il proprio cliente a raggiungere il suo obiettivo. Gli studi cercano sempre più frequentemente questa attitudine nel loro candidato ideale. E, laddove presente, può fare la differenza in sede di colloquio.
Questi sono solo alcuni dei suggerimenti forniti ai giovani interessati a fare carriera in uno studio legale associato dalla Guida Giovani TopLegal, presto disponibile in formato digitale.
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