ACQUE AGITATE SOTTO LA NAVE DEGLI AVVOCATI

Tensione a Genova durante il XXX Congresso nazionale forense: si teme per il completamento dell'iter parlamentare della legge di riforma della professione. Attacchi al Governo

25-11-2010

ACQUE AGITATE SOTTO LA NAVE DEGLI AVVOCATI

C'è poco da applaudire. E a Genova, durante l'apertura dei lavori del XXX Congresso nazionale forense, che si tiene su una nave da crociera, la Costa Concordia, gli avvocati italiani sventolano un cartellino rosso e agitano le acque dell'avvocatura. Il destinatario? È il Parlamento. E con esso il ministro della Giustizia, Angelino Alfano.

Ma come? Sono passati appena due giorni dall'approvazione al Senato del disegno di legge che riforma l'ordinamento professionale , che ha realizzato molti degli interventi che da quattro anni i vertici dell'avvocatura e la maggioranza degli iscritti reclamano affermandone l'urgenza per tutelare la professione dai pericolosi venti liberalizzatori, e l'assise non è ancora soddisfatta?

Evidentemente no. Non sono bastati: abolizione del patto di quota lite, reintroduzione dei minimi tariffari obbligatori, divieto di ingresso di soci di capitali nelle associazioni o società professionali, percorso di accesso articolato alla professione e principio di continuità professionale per eliminare dagli Albi chi non esercita continuativamente. Pur avendo definito storica l'approvazione al Senato del ddl 601, gli avvocati per bocca del presidente del Cnf, Guido Alpa, hanno voluto anzitutto ribadire che ancora non basta. La legge, ha affermato Alpa, «deve passare in tempi rapidi anche alla Camera».

A confermare i sospetti della categoria, ha contribuito l'intervento del presidente della Commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, che ha esordito mettendo "le mani avanti" e affermando di non poter garantire che che l'iter parlamentare di questo provvedimento che ha tagliato il traguardo al Senato con un anno di ritardo, possa procedere senza intoppi alla Camera.

Sul punto, il presidente dell'Oua, Maurizio De Tilla (nella foto), ha però affermato che se il Governo teme che l'approvazione della riforma non disponga dei tempi necessari per arrivare in porto anche a Montecitorio, allora «si proceda per decreto e si abroghi la legge Bersani che ha sconvolto l'identità di noi avvocati provando a trasformarci in imprenditori».

Ma il cartellino rosso è stato sventolato anche all'indirizzo del ministero della Giustizia e dell'introduzione della mediaconciliazione obbligatoria. Usando termini ben più perentori del suo collega Alpa, De Tilla ha minacciato: «Resisteremo, faremo disobbedienza, non faremo una sola mediazione obbligatoria». Il presidente dell'Oua ha anche annunciato iniziative di protesta formale contro lo spot ministeriale, in onda in questi giorni, per promuovere, presso i cittadini, l'utilizzo di forme alternative per la risoluzione delle controversie. E qui ha sottolineato l'assenza di Alfano e la necessità che un ministro partecipi ai congressi, sia quando ci sono applausi, sia quando ci sono critiche da prendere.

Commentando ancora il testo della riforma passata al Senato, De Tilla ha affermato: «Questa riforma fa poco, ma non perché noi avvocati avevamo proposto poco. È stato emendato il passaggio che obbligava alla ripetizione dell'esame di Stato coloro i quali dopo aver passato la prova di ammissione non si iscrivevano all'Albo entro 5 anni». Sulle mutazioni parlamentari subite dalla proposta di legge formulata a febbraio 2009 dall'avvocatura unita, è intervenuta molto duramente anche il segretario generale dell'Associazione nazionale forense, Ester Perifano. «Non solo il ministro Alfano contrariamente a quello che dichiarò al Congresso di Bologna non ha presentato la proposta dell'avvocatura come proposta del Governo», ha ricordato Perifano, «ma la maggioranza in Parlamento ha fatto di tutto per modificare quel testo presentando ben 1120 emendamenti». Il segretario generale, poi, ha riportato l'esempio delle regole sull'esame di Stato: «Dopo tutte le modifiche, l'esame rimane esattamente identico a com'è oggi. In generale, ci chiediamo: dov'è la modernizzazione? Dov'è la soluzione dei problemi della base dell'avvocatura?».

Infine, il terzo cartellino rosso è stato sollevato contro il regolamento sulle specializzazioni. Non solo per quanto previsto nel ddl 601, ma soprattutto per il contenuto del regolamento che il Cnf ha approvato autonomamente sulla materia. In questo caso, il cartellino rosso l'avvocatura se l'è dato da sola. De Tilla ha sottolineato: «Non possiamo voler fare selezione e partire da subito con 90mila specialisti ope legis».
 


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