II penalista Francesco Arata (in foto), 67 anni, fondatore dell’omonima boutique Arata, è morto stamattina, mercoledì 6 ottobre, nella sua abitazione a Milano. Come riportano fonti stampa, a causarne il decesso una malattia diagnosticatagli lo scorso agosto che è peggiorata in pochi mesi.
Abilitato nel 1981, ha fondato dopo cinque anni il suo studio. Arata ha seguito decine di vicende giudiziarie, tra cui noti processi, che hanno avuto importanti ripercussioni politiche ed economiche, dal crac del Banco Ambrosiano alle tangenti Enimont fino al caso del Monte dei Paschi di Siena. Insieme al collega Leonardo Cammarata, nel 2016 rappresentò l’ex commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte, nel processo calcio scommesse.
Con Francesco Mucciarelli ha assistito Carlo Sama, cognato di Raul Gardini, nell’inchiesta sui bilanci del gruppo Ferruzzi e sulle tangenti Enimont. Come riporta il Corriere della sera, Arata, sempre assieme a Mucciarelli, negli ultimi mesi stava affiancando il procuratore Francesco Greco (ex pm di Mani pulite) nelle indagini sulla presunta Loggia Ungheria. Di recente, inoltre, Arata ha fatto parte della commissione Lattanzi costituita in vista della riforma del processo penale del ministro Marta Cartabia.
Arata lascia la moglie Anna Paracchini, quattro figli e otto nipoti. Da stabilire la data dei funerali, che si dovrebbero celebrare a Milano.
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