Gli effetti della crisi finanziaria internazionale si sono manifestati anche sul mercato italiano del private equity e venture capital che, dopo aver raggiunto cifre record nel 2008, nel primo semestre di quest’anno è stato caratterizzato da un rallentamento dell’attività.
Tra gennaio e giugno 2009, infatti, sono state registrate 155 nuove operazioni, per un controvalore complessivo pari a 1.069 milioni di euro, corrispondente a una diminuzione del 61% rispetto allo stesso periodo del 2008. Limitata e pari al 9% è stata, invece, la contrazione in termini di numero di investimenti.
Sono questi, in sintesi, i dati presentati oggi a Milano da Giampio Bracchi (nella foto) Presidente dell’Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital (AIFI), e da Mara Caverni, partner di PricewaterhouseCoopers, che emergono dalla tradizionale ricerca semestrale sul mercato italiano dell’investimento istituzionale nel capitale di rischio condotta da AIFI, in collaborazione con PricewaterhouseCoopers–Transaction Services.
Come di consueto, la maggior parte dell’ammontare investito è stata destinata ad operazioni di buy out (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) che, con 785 milioni di euro, hanno rappresentato il 74% del totale. È importante notare che questo dato corrisponde ad una diminuzione del 36% rispetto al primo semestre dello scorso anno, mentre il numero di buy out, passato da 49 a 43, è calato del 12%.
Sempre con riferimento alla tipologia di investimenti realizzati, con 58 operazioni e un impiego di circa 132 milioni di euro, gli expansion (investimenti di minoranza finalizzati a sostenere i programmi di sviluppo di imprese esistenti) si posizionano ancora una volta al primo posto per numero di operazioni (+2% rispetto al primo semestre del 2008).
Dall’altra parte, continua il trend di crescita del segmento dell’early stage (investimenti in seed e start up), che fa segnare un incremento del 7% in termini di volumi investiti, pari a 56 milioni di euro e, con 46 operazioni effettuate (+15%), si pone al secondo posto in termini di numero di investimenti.
Risultati positivi provengono anche dal segmento del turnaround: l’ammontare destinato ad operazioni di questo tipo, infatti, è passato dai 22 milioni di euro del primo semestre 2008 ai 78 milioni di euro dei primi sei mesi di quest’anno.
Da evidenziare, in generale, la netta riduzione del taglio medio dell’ammontare investito per singola operazione, passato da 16 milioni di Euro nel primo semestre del 2008 a 7 milioni di euro nella prima metà di quest’anno.
E gli studi legali? Per quanto risulta a TopLegal, gli studi che hanno seguito il maggior numero di operazioni in ambito private equity nel primo semestre dell'anno sono stati Gianni Origoni Grippo (5) , d'Urso Gatt (4) Chiomenti (4), Linklaters (4), Ashurst (3), Pedersoli (3) e Russo de Rosa (3).
Il deal più importante (circa 1,2 miliardi di valore) è stato la cessione dell'80% di Enel rete gas, che ha visto protagonisti i fondi F2i e Axa Private equity.
TAGS
Pedersoli, SLA Linklaters, Chiomenti, PwC TLS, Gianni & Origoni, Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, Russo De Rosa AIFI, Enel