In arrivo in Italia nuovi veicoli di investimento. In previsione del lancio di Aim Italia, il mercato exchange regulated di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese, previsto per dicembre, gli studi sono impegnati nell'elaborazione di strutture legali che consentano di introdurre in Italia strumenti che all'estero hanno già fatto la loro comparsa e che sono ampiamente utilizzati da anni.
Tra questi nuovi strumenti un posto di primo piano occupano le Spac, Special Purpose Acquisition Companies, società per azioni quotate che operano secondo una logica tipica degli operatori di private equity, differenziandosi però da questi per alcuni elementi distintivi. In particolare, obiettivo delle Spac non è quello di effettuare investimenti diversificati, ma un'operazione di acquisizione rivolta a un'unica target o, al limite, a un certo numero di aziende facenti parte di uno stesso gruppo aziendale. La sua sopravvivenza è legata al raggiungimento di precisi obiettivi: il management team infatti (che opera senza alcuna commissione di gestione, ma in caso di conclusione positiva dell'operazione ha diritto al 20 per cento netto) ha 18 mesi di tempo per individuare la target e ulteriori sei mesi per concludere l'acquisizione. L'alternativa è lo scioglimento della stessa Spac. I proventi non vengono redistribuiti fra gli investitori i quali, fra l'altro, hanno la facoltà di recedere in qualsiasi momento recuperando il capitale investito, ma fatti confluire in un trust e investiti in titoli di Stato.
Nate negli Stati Uniti negli anni Settanta e Ottanta, le SPAC hanno alle spalle una storia lunga e controversa, con una serie di abusi che ne hanno determinato in seguito la scomparsa. La nuova versione ha incorporato tutta una serie di protezioni nei confronti degli investitori tali da consentirne lo “sdoganamento” e renderle un prodotto decisamente appetibile: «Nel 2007», spiega Michael Bosco managing partner in Italia di Shearman & Sterling, «le SPAC hanno rappresentato oltre il 20 per cento delle Ipo, nel 2008 oltre il 50 per cento. Attualmente sono oltre 150 le SPAC quotate negli Usa, la maggioranza delle quali ha già completato, o quantomeno annunciato, l'acquisizione». Nel panorama delle piccole e medie imprese italiane, «le SPAC rappresentano», secondo Bosco, «una interessante alternativa ai fondi di private equity dal punto di vista di un imprenditore, anche perché nella maggioranza dei casi non comportano un cambiamento del management di un'azienda. In sostanza, si tratta di uno strumento in più sia per coloro che devono investire, sia per le aziende».
Le Spac saranno quotate nell'Aim Italia al termine di un processo di ammissione che sarà, spiega Nunzio Visciano di Borsa Italiana, «flessibile e poco invadente». L'unico requisito previsto sarà una quota minima di 5 milioni di euro di raccolta. La Spac dovrà inoltre avere un Nomad (Nominated Adviser) con un duplice compito: in fase di Ipo, quello di garantire l'appropriatezza della società e in seguito quello di continuare a seguirlo. Il processo di quotazione durerà dieci giorni e gli investitori saranno principalmente istituzionali e hedge fund.
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