AIR FRANCE SI AFFIDA A GIANNI PER CONQUISTARE ALITALIA

10-01-2007

AIR FRANCE SI AFFIDA A GIANNI PER CONQUISTARE ALITALIA

Air France, Air One, Meridiana. E poi il fondo M&C di De Benedetti e i fondi di private equity americani che si sono affidati alle mani del risanatore Mario Resca.
Inutile dire che le maglie larghe del bando per la privatizzazione di Alitalia, danno gioco facile alla stampa bisognosa di produrre titoli su questa annosa vicenda. Chi ha realmente intenzione di presentare la propria manifestazione di interesse? Nessuno sa rispondere con certezza a questa semplice domanda.
Ma osservando l’andamento dei giochi dal versante del mercato legale, forse è possibile capire qualcosa di più.

 
A fine dicembre tutti erano pronti a scommettere su una raffica di mandati. Vettori italiani, compagnie straniere, fondi di investimento. Sarebbero state almeno sei le manifestazioni d’interesse sicure. Ma finora tutti i possibili candidati all’acquisto del 30,1% di Alitalia e al conseguente lancio dell’opa totalitaria sulla compagnia di bandiera nazionale, hanno preferito far lavorare sulla “pratica” i loro legali interni. Tutti tranne uno. Nella business community si respira una certa incertezza. Il fatto che il governo abbia emanato un bando molto generico, senza particolari paletti e vincoli, ha suscitato una certa diffidenza. E allora prima di dare un mandato a uno studio di grido, in molti, hanno scelto di vedere cosa succederà nei prossimi giorni. Così come alcuni grandi studi, tra cui Bonelli Erede Pappalardo, pur essendo stati interpellati da alcuni pretendenti (secondo indiscrezioni raccolte da TopLegal si tratterebbe di M&C e Air One) non hanno ancora deciso se accettare o meno i possibili incarichi.
 
L’unica eccezione, almeno per il momento, è rappresentata da Air France che secondo indiscrezioni avrebbe già nominato il proprio advisor legale, affidandosi allo studio Gianni Origoni Grippo. La compagnia francese, secondo il Times, avrebbe anche un cavaliere bianco, pronto a fornire un po’ della liquidità necessaria ad aggiudicarsi l’osso. Si tratterebbe dell’americana Texas Pacific Group (Tpg). Anche se lo stesso quotidiano britannico sottolinea che Tpg avrebbe alcune riserve riguardo al mantenimento di due hub (Fiumicino e Malpensa) e alla valutazione (eccessiva) della compagnia.
 
La determinazione di Air France non stupirebbe affatto. Questo matrimonio, nel 2003, sembrava cosa fatta. L’allora governo di centro destra si espresse a favore di una fusione a tre (Air France, in quei giorni stava concludendo il merger con l’olandese Klm) anche se poi, a causa di resistenze all’interno della compagine di maggioranza non varò mai l’indispensabile Dpcm che avrebbe consentito allo Stato di scendere sotto il 50% e quindi procedere alla privatizzazione. Oggi questi passaggi sono stati superati, la partita è aperta e i francesi, come ben si può vedere non hanno perso l’interesse.

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BonelliErede, Gianni & Origoni Air France-Klm, Air One, Alitalia, Meridiana Fly, KLM Royal Dutch Airlines, Management & Capitali, Texas Pacific Group


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