Prende avvio oggi la prima survey italiana sullo strumento di selezione dei consulenti legali denominato «beauty contest». L’indagine – che coinvolge 80 soci di peso provenienti da studi legali, 280 direzioni legali e 40 Sgr – si propone di comprendere le modalità con cui viene svolta la selezione dei consulenti esterni, le funzioni e le risorse aziendali coinvolte, i criteri in base ai quali vengono valutate e comparate le offerte e gli aspetti negativi che ancora intralciano il processo di selezione. A conclusione, sarà elaborato un Position Paper che possa analizzare in profondità questo istituto e diventare un punto di riferimento concreto sulla materia.
L’indagine è stata commissionata a TopLegal da 4cLegal, realtà fondata e portata avanti da Alessandro Renna, ideatore del software che informatizza l’intero processo di beauty contest.
Il beauty contest è diventato da anni una prassi consolidata per la scelta del consulente da parte di soggetti pubblici, aziende private e fondi di investimento, tanto da essere codificato in modelli organizzativi, policy interne e regolamenti.
Da sempre attento al tema dell’innovazione e alla necessità di una maggiore efficienza del mercato legale, TopLegal ha sondato per la prima volta nel 2012 le modalità, attraverso le procedure di beauty contest, di acquisizione dei servizi legali in Italia. In quell’occasione,è emersa una distanza incolmabile tra le aspettative delle aziende e le esigenze degli studi legali in Italia, nonché alcuni difetti culturali e formali presenti nelle procedure di gara, come inviti a partecipare poco chiari e poco strutturati. Secondo le conclusioni dell’indagine riportate da TopLegal, il beauty contest, per quanto standard di mercato e potenziale best practice per la selezione dei consulenti legali, rappresenta uno strumento con ampi margini di miglioramento.
La survey sul beauty contest che viene lanciata oggi ha obiettivo di individuare nuove efficienze e standard più facilmente raggiungibili.
Giorgio Martellino, direttore Tutela Giuridica e Compliance di Acquedotto Pugliese, contattato da TopLegal ha commentato: «Il beauty contest per il General counsel è diventato ormai il necessario contemperamento tra le esigenze di efficacia e qualità dei processi di selezione dei legali esterni e le best practice della compliance (231 e anticorruzione) in materia di acquisizione trasparente di tale tipologia di servizi». Sottolineando, poi, che «il beauty contest consente di comparare i consulenti esterni non solo dal punto di vista economico ma anche da quello qualitativo perché, se ben strutturato, permette di mettere in risalto non solo il corrispettivo delle prestazioni professionali offerte ma anche alcuni elementi qualitativi altrimenti difficilmente misurabili (ad es. team dedicato, track-records, ecc)».
Martellino ha evidenziato un aspetto più volte rimarcato da TopLegal: affinché ci sia l’evoluzione del mercato legale italiano bisogna superare il gioco a somma zero che mette in contrasto gli interessi delle aziende e quelli dei consulenti esterni. Tradotto in termini di beauty contest, serve uscire dal vicolo cieco della semplice gara a ribasso – dannosa anche per i clienti oltre che per gli studi – per stabilire un nuovo equilibrio tra costo e qualità.
Dello stesso parere è anche Stefano Simontacchi,managing partner di Bonelli Erede Pappalardo. Stante la rilevanza delle procedure di beauty contest nell’attuale panorama, secondo Simontacchi «uno tra gli aspetti più rilevanti in un processo di selezione è la chiarezza dei parametri usati per determinare la migliore offerta. Quanto più questi parametri sono formulati chiaramente e la relativa misurazione è oggettiva, tanto più il processo ne beneficia in termini di efficacia e di razionalità dei risultati. Questo approccio premia tutti, da un lato il cliente che avrà la certezza di aver individuato l’organizzazione più adatta a rispondere alle sue esigenze su basi razionali, dall’altro gli studi che verranno premiati secondo criteri di puro merito».
Confrontando le posizioni dell’in-house di Acquedotto Pugliese e del managing partner di Bonelli Erede Pappalardo, si arriva alla conclusione che gli obblighi di compliance e le esigenze di mercato vanno a braccetto. D’altronde, come sottolinea Alessandro Renna,«le linee guida di Confindustria sulla 231, approvate dal Ministero della Giustizia nel luglio del 2014, affermano testualmente che il ricorso alla procedura di assegnazione diretta dovrebbe avvenire solo per casi limitati e chiaramente individuati, mentre l’azienda dovrebbe elaborare un modello di valutazione delle offerte informato alla trasparenza e a criteri il più possibile oggettivi».
La survey promossa da 4cLegal e TopLegal mira a porre le basi per una nuova sintesi tra compliance e mercato, in cui il rispetto delle regole diventa la condotta più naturale e profittevole anche dal punto di vista delle logiche di mercato.
TAGS
BonelliErede StefanoSimontacchi, AlessandroRenna, GiorgioMartellino Acquedotto Pugliese, 4cLegal