private equity

Alle pmi italiane serve il private equity per crescere

Andrea Mugnai (Pm & Partners) rileva tuttavia una carenza di investitori istituzionali italiani nel settore

09-10-2024

Alle pmi italiane serve il private equity per crescere

 

di Valentina Magri

 

«Le imprese di successo nascono spesso dall’intuizione e dalla spinta imprenditoriale ma ad un certo punto per consolidare i risultati ottenuti e continuare nella crescita è opportuno attrarre competenze manageriali diverse e adottare una gestione molto attenta all’analisi dei dati e delle dinamiche che impattano la vita di un’azienda». Così Andrea Mugnai (nella foto), managing partner di Pm & Partners, private equity attivo dai primi anni 2000 e che da allora ha raccolto 700 milioni di euro tramite tre fondi chiusi. Questi ultimi investono sul mid market italiano e in particolare su aziende familiari con fatturati compresi tra 30 e 120 milioni di euro. I sottoscrittori dei fondi sono investitori istituzionali esteri ed italiani oltre che privati, in particolare famiglie imprenditoriali e professionisti.


Gli investitori istituzionali italiani non hanno una lunga tradizione di investimento nel mondo degli investimenti alternativi, anche se la tendenza è cambiata negli ultimi anni. Sarebbe tuttavia auspicabile un maggiore contributo da parte loro per rispondere alla crescente domanda di capitalizzazione e di competenze di numerose piccole medie aziende italiane e per favorire la crescita dell’industria dei gestori alternativi, al pari di quanto verificatosi in molti altri paesi europei, in primis la Francia. «Sulla spinta di investitori istituzionali domestici sono nati numerosi gestori che nel corso del tempo hanno ampliato le dimensioni e la loro presenza in altri Paesi. Analogo discorso vale per la Germania e la Spagna, per non parlare di UK e Paesi Scandinavi, che vantano una lunga tradizione di successo nel settore», afferma Mugnai. Del resto, a valle della crisi finanziaria del 2009 il mercato all’estero ha avuto un forte consolidamento e si sono creati gestori di taglia molto elevata, grazie alla spinta di investitori domestici. I gestori esteri presenti in Italia hanno mediamente dimensioni maggiori dei player italiani e competono sulle operazioni più grandi, nonostante l’Italia sia notoriamente la patria delle pmi.

 

L’intervista completa è stata pubblicata su TopLegal Digital di ottobre 2024 – n. 7. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente


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