ALLEN & OVERY, L'ITALIA RESTA STRATEGICA: POSSIBILE L'ARRIVO DI ALTRI SOCI STRANIERI

10-07-2009

ALLEN & OVERY, L'ITALIA RESTA STRATEGICA: POSSIBILE L'ARRIVO DI ALTRI SOCI STRANIERI

Dopo Paul Flanagan, neo managing partner italiano di Allen & Overy, altri professionisti interni al network dello studio potrebbero arrivare nei prossimi mesi nelle sedi italiane per supportare l'attività della firm che, negli ultimi mesi, ha subito l'uscita di 8 soci.

Nonostante queste uscite, infatti, per Allen & Overy l'Italia rimane una piazza strategica e in particolare quella di Roma.
È quanto affermato dal numero uno dello studio a livello mondiale Wim Dejonghe (in foto) che, nel corso della conferenza stampa in cui sono stati annunciati i risultati finanziari dell'anno fiscale che si è chiuso il 30 aprile 2009, ha risposto ad alcune domande relative al mercato italiano.

In seguito alle uscite registrate, qual è la strategia per l'Italia?
Il piano di ristrutturazione globale ha coinvolto anche l'Italia e alcuni soci delle due sedi, come tutti gli altri Paesi in cui siamo presenti (a livello globale il piano ha previsto il taglio di 47 soci, ndr).
Nonostante questo, il mercato italiano resta importante per il nostro network. Vogliamo difendere il nostro mercato, in particolare a Roma dove abbiamo una posizione molto forte.

State pianifiacando lateral hire o l'arrivo in Italia di professionisti di altre sedi, dopo quello di Flanagan?
La crisi del mercato offre la possibilità di avere talenti interessanti e cercheremo di cogliere le opportunità che si presenteranno, se interessanti. Non è escluso l'arrivo di altri professionisti del network nel corso dei prossimi mesi, in particolare a Milano.

Più in generale, come si presenta il mercato italiano? La Penisola ha sofferto meno la crisi economica?
L'Italia soffre quanto gli altri. I mercati finanziari in Europa continentale sono molto integrati e le economie sono state coinvolte nello stesso modo. La differenza è che in Uk e Us la crisi è arrivata prima, ma l'Italia e tutti gli altri Paesi europei non fanno eccezione.

A livello globale, il fatturato globale generato dalle sedi del network si è attestato a 1220 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto allo scorso anno.
In calo del 4% invece l'utile, pari a 482 milioni di euro. Il costo del piano di ristrutturazione attuato dallo studio inglese è stato di 46 milioni di sterline, ed è stato assorbito nel corso dell'anno.

 

 

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