ALLEN & OVERY: NEL BILANCIO 2011 POCA ITALIA, MA BUONA

07-07-2011

ALLEN & OVERY: NEL BILANCIO 2011 POCA ITALIA, MA BUONA

Tempo di bilanci per le grandi law firm del magic circle londinese. A inaugurare l’esposizione dei conti è stata Allen &Overy. A livello globale, i ricavi dello studio sono cresciuti del 7% arrivando a quota 1,26 miliardi di dollari.
Durante la presentazione dei risultati relativi all’ultimo esercizio, il numero uno dello studio, Wim Dejonghe, ha sottolineato anche l’incremento dell’utile distribuibile prodotto dallo studio (+6%, pari a 512,6 milioni di euro da suddividere tra 487 soci) e il ritorno agli investimenti.
Circa le strategie di crescita internazionale, i dati illustrati parlano chiaro: la law firm in questo momento scommette sui mercati emergenti o per meglio dire sui mercati che attraggono l’attenzione dei clienti dello studio. E allora si torna ai lateral hire, ce ne sono stati 33 nell’ultimo esercizio, ma ben mirati: 17 di questi sono stati realizzati in Australia. In Europa, invece, gli unici Paesi dove Allen & Overy è tornato sul mercato del lateral hire di soci sono stati Francia e Germania.

Quanto all’Italia, integrando le indicazioni fornite dallo studio (che non fornisce dati per singola nazione ma solo per macro aree) con i dati elaborati dal Centro Studi TopLegal (si veda TopLegal n. 6/11), viene fuori un bilancio in chiaro scuro. Da un lato l’anno si è chiuso, secondo le stime TopLegal, con un calo di fatturato del 4,8%. Dall’altro, passata la bufera della riorganizzazione interna e nonostante la law firm abbia ancora perso qualche elemento (il socio Roberto Donnini ha deciso di fondare una propria boutique) lo studio sembra aver trovato un nuovo equilibrio e sta operando su deal di rilievo nel Banking, prima di tutto, ma anche nel Corporate M&A tanto da risultare al settimo posto della classifica Mergermarket per valore delle operazioni seguite, mentre nei primi sei mesi dello scorso anno, la base italiana di Allen & Overy non riuscì a piazzarsi oltre il 25esimo posto.

Sul fronte Banking e in particolare nel Capital markets, lo studio ha firmato, fra le altre operazioni market first, l’assistenza a GE Capital European Funding nella prima offerta pubblica di sottoscrizione di obbligazioni a tasso fisso e a tasso variabile per un valore nominale complessivo pari a 900 milioni di euro.
Sul fronte M&A, invece, lo studio ha assistito Credit Suisse che ha operato come financial advisor per Bulgari nell’operazione di vendita della maison della gioielleria ai francesi di Lvmh. Sempfre sul fronte M&A, Allen & Overy ha anche seguito uno dei fondi pesnione che ha investito maggiormente nel deal Coin.
Pur non realizzando lateral hire di soci, lo studio è tornato sul mercato per ricostituire un teal di diritto del lavoro interno. Sul fronte delle promozioni interne, invece, quest’anno l’Italia è rimasta a bocca asciutta, mentre lo scorso anno aveva ottenuto un solo un partner.

La sensazione, dunque, è che lo studio stia concentrando altrove le proprie energie principali e che l’Italia, sebbene non sia tra i mercati prioritari a livello strategico, abbia trovato l’assetto giusto per non perdere quote di mercato e magari tornare a crescere.

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Allen & Overy RobertoDonnini, WimDejonghe Bulgari, Coin, Credit Suisse, LVMH Group, General Electric


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