Dopo l'approvazione, nei giorni scorsi, dell'emendamento del leghista Gianluca Pini sulla responsabilità civile dei magistrati, le toghe si sono subito allarmate, tanto da chiedere al Governo un incontro. Incontro che è avvenuto stamattina tra Luca Palamara (in foto), presidente dell’Associazione nazionale magistrati, a pochi giorni dalla scadenza del suo incarico, il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro della Giustizia Paola Severino e il sottosegretario Antonio Catricalà.
La percezione dei magistrati è quella che il Governo abbia compreso le loro motivazioni e voglia muoversi per porvi rimedio. Il Governo, infatti, come si legge in un comunicato stampa post incontro, attiverà "un dialogo con le forze parlamentari per raggiungere il massimo dell'intesa su una modifica".
Un buon presupposto, quello emerso dall'incontro, ha sottolineato Palamara che, subito dopo il dialogo con Monti, ha preso un volo per Milano per presenziare alla presentazione del rapporto “Quale giustizia in Italia dal 2012” commissionato proprio da Anm a Methodos: «Stamattina nel corso dell'incontro con il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro della Giustizia Paola Severino e il sottosegretario Antonio Catricalà abbiamo sollevato le nostre perplessità e ritrosie. Abbiamo registrato l'impegno del Governo a rivedere la norma, dopo aver percepito le nostre motivazioni.
L'auspicio è appunto quello che la norma sia cancellata o sostituita. Dobbiamo far passare il messaggio che non è vero che attualmente nel nostro Paese il magistrato che sbaglia non paga. Con questo emendamento, invece, si ritornerebbe al passato, quello che vorremmo dimenticare».
I magistrati, dunque, non cedono e sulla responsabilità civile dell'emendamento Pini sono irremovibili: «Continuiamo- continua Palamara- a ribadire che su questo non siamo disposti a trattare. La camera dei deputati ha approvato un emendamento che è un unicum, in nessuna delle principali democrazie europee, infatti, esiste una legge che preveda una chiamata diretta al giudice. Qui, invece, quasi a sorpresa e con un intento vendicativo è stato introdotto un emendamento che mina la libertà, l'autonomia e l'indipendenza del giudice. La situazione ha, inevitabilmente generato allarmismo in tutti i magistrati».
Intanto ipotesi sciopero è slittata, le toghe infatti, aspettano l'esito del Senato, «Poi vedremo ciò che accadrà al Senato e sulla base di questo agiremo di conseguenza».
Anche Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano, presente all'evento organizzato dall'associazione magistrati a Milano, si dichiara in disaccordo con le modalità indicate dall'emendamento sulla responsabilità civile dei magistrati: «Credo che i magistrati - dice a TopLegal - debbano rispondere dei loro comportamenti. Il principio di responsabilità è valido per tutti. Sono le modalità indicate in questo emendamento che non sono adeguate, perché il rapporto diretto tra il magistrato e il “contestante” è sicuramente non adeguato alla funzione che svolgono i giudici. Sulla responsabilità dei giudici credo sia importante che questi sappiano che se sbagliano devono pagare come tutti i cittadini».
E sulla possibilità che la norma possa contribuire a un incremento dei contenziosi, il presidente del Tribunale afferma: «Sì, ci sarà un incremento dei contenziosi, ma credo anche una paralisi della giustizia. Che è ancora peggio!».