A.N.P.A. SUL 28° CONGRESSO NAZIONALE FORENSE di Gaetano Romano

03-10-2006

A.N.P.A. SUL 28° CONGRESSO NAZIONALE FORENSE
di Gaetano Romano

L’”A.N.P.A. - Giovani Legali Italiani” non ha ritenuto di portare la voce dei Giovani Avvocati Italiani al 28° Congresso Nazionale Forense, espressione di interessi ed aspettative generazionali diverse dalle nostre. Tale decisione è consequenziale alla nostra coerente adesione ai principi di  liberalizzazione di cui alla “Legge Bersani” in tema di tariffe, pubblicità e società interprofessionali. Questi ultimi mesi hanno dimostrato che iniziative rumorose ed eclatanti come quelle portate innanzi da una parte dell’avvocatura non hanno sortito alcun effetto se non quello di rendere l’intera categoria degli avvocati invisa ai consumatori ed al popolo italiano. Sicuramente un approccio più moderato come quello svolto dall’Associazione che riunisce i Giovani Legali Italiani, ha sortito l’effetto positivo di attirare la simpatia e il consenso dei cittadini verso le nuove leve dell’avvocatura. Assolutamente non condivisibile buona parte delle mozioni congressuali che, estremamente sbilanciate contro i Giovani e contro le esigenze di modernizzazione professionale delle Law Firms più accreditate a livello nazionale, evidentemente risentono della mancanza dell’apporto dell’unica associazione nazionale forense presieduta da un Avvocato non Cassazionista. I Giovani Legali Italiani contrasteranno in modo assolutamente deciso il progetto di legge “Mantini” di controriforma delle libere professioni, o similari che pendono in Parlamento, che avrebbero l’effetto di far arretrate ancora di più il sistema ordinistico nazionale e quindi renderlo inadatto a competere con gli studi legali stranieri in Italia. Non è invero possibile - come faceva rilevare l’Associazione Studi Legali Associati - sottacere le richieste delle componenti professionali dell’avvocatura che tra le altre cose contribuiscono in maniera rilevante soprattutto al PIL Nazionale. Nondimeno, per quanto ci compete, non contrasta in alcuna maniera con la deontologia professionale garantire ai Giovani Avvocati nuovi strumenti concorrenziali quali quelli delineati dalla Legge Bersani; sarà sempre possibile riprendere sotto il profilo disciplinare chi abusa di strumenti concorrenziali normalmente presenti in quasi tutti gli Stati dell’Unione Europea. Altro è il discorso se si vuole contrastare l’assunto comunitario per cui gli studi professionali sono da considerarsi imprese. Ma contrastare questo concetto è davvero ”impresa” ardua se non minando alla base gli equilibri dei trattati comunitari. L’ “Associazione Nazionale Praticanti ed Avvocati-Giovani Legali Italiani” è aperta ad ogni tipo di contributo che venisse da coloro i quali perseguono gli stessi ideali di modernizzazione professionale.


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