di Valentina Magri
Innovazione e integrazione. Questi sono i due grandi cantieri aperti da A&O Shearman, a cinque mesi dal completamento della fusione tra Allen & Overy e Shearman & Sterling. Dal primo maggio, data in cui si è concretizzata la fusione, è partito il processo di integrazione tra le due realtà. «Abbiamo adottato un’organizzazione matriciale divisa per dipartimenti (Corporate, Finance, Litigation, Energia, risorse naturali e infrastrutture) e per settori (Energia&Infrastrutture; Istituti finanziari; Life sciences; Private capital/Private equity; Tecnologia; Established Industries, ndr). Inoltre, sono incentivate le connessioni tra i professionisti dei due precedenti studi, il lavoro su pratiche comuni e questo rende tangibili i vantaggi della fusione», racconta a TopLegal Stefano Sennhauser, managing partner per l’Italia di A&O Shearman, che ritiene ancora prematuro tracciare dei bilanci.
Negli ultimi mesi intanto, l’insegna ha adottato un modello di remunerazione dei soci di tipo lockstep a tre livelli e annunciato la chiusura dell’ufficio di Johannesburg lo scorso settembre. Inoltre, secondo quanto riporta “The Lawyer”, i piani post-fusione di A&O Shearman prevedono tra l’altro una riduzione delle partnership del 10% entro la fine dell’anno fiscale e la chiusura di A&O Consulting (non presente in Italia). «Rientra nella fisiologia di operazioni di questo tipo. Le fusioni sono sempre seguite da riorganizzazioni, in cui si stabiliscono priorità e design, si potenziano le sinergie e si evitano sovrapposizioni», osserva Sennhauser.
L’intervista completa è stata pubblicata su TopLegal Digital di novembre 2024 – n. 9. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente