Il dado è tratto. Oggi è arrivato il via libera dal Consiglio dei Ministri al decreto sulla riforma delle professioni, così come previsto dall'art. 3, comma 5, del Dl 148/2011 (stabilizzazione finanziaria e sviluppo). E le nuove regole valgono anche per gli avvocati, nonostante il muro contro muro tra il Cnf e il guardasigilli Paola Severino (in foto).
«Il Governo - si legge dagli atti della deliberazione finale - ha tenuto in debito conto le osservazioni del Consiglio di Stato e del Parlamento, attuando i principi delle liberalizzazioni». In particolare, è stato garantito il principio dell’accesso alla professione libero e non discriminatorio, e dell’effettività del tirocinio e dell’obbligo di formazione continua permanente del professionista.
Inoltre, è stato stabilito l’obbligo di assicurazione del professionista a tutela del cliente (prevedendo che la negoziazione delle convenzioni collettive con gli ordini professionali avvenga entro il termine di 12 mesi) ed è stata regolata la libertà di pubblicità informativa relativa all’attività professionale.
Infine – sempre in attuazione della delega – è stato fissato il principio della separazione tra gli organi disciplinari e gli organi amministrativi nell’autogoverno degli ordini.
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