Le iniziative dei c.d. “investitori attivisti” irritano, per definizione, anche i CEO più navigati. La verità è che gli “attivisti” vengono per lo più considerati scocciatori, temibili qualche volta, ma pur sempre scocciatori. La granitica convinzione che la gestione della “macchina” non può “fare a meno di Me” (“It’s all about me, me ,me”) , la convinzione che i soci di riferimento che, “in fondo fanno la vera differenza”, alla fine non “Mi abbandoneranno”, un senso di “quasi onnipotenza” puo’ condurre ad errori nella gestione del rapporto con gli “activists” che qualche volta si pagano caro. Il rischio, come sempre, è inversamente proporzionale al buon senso che il management ed il GC investono nella gestione della “crisi”.
Klaus Kleinfeld, titanico e teutonico capo azienda della oramai famosissima Arconic, ha inciampato, e letteralmente questa volta, su un pallone, segnando un formidabile autogol nella partita contro Elliott Management Corporation.
Questi i fatti: Elliott cerca di destabilizzare il management, con consumata esperienza. La campagna di comunicazione è impressionante. Il sito “deal-specific” dal nome altamente evocativo (http://newarconic.com) ha una ricchezza di informazioni esemplare. Kleinfeld noto ai più per aver gestito Siemens, CEO di Arconic, spin-off di Alcoa, attivo (nella produzione e distribuzione di specialised metals and components), insieme al suo board è “entrenched”. Si sente braccato, forse in serio pericolo e cerca una difesa efficace. Possiamo solo immaginare il tumulto di quei giorni, le notti in bianco del CFO, del General Counsel, del suo Investor Relator. Kleinfeld avrà accesso ai migliori avvocati, ai più costosi ed esperti banchieri. Gente che ne ha viste tante e che certamente avrà, per lui e per il board di Arconic, predisposto memoranda, talking-points, powerpoint presentations, con tanto di disclaimers che raccomandano di condividere, (in anticipo beninteso!), qualunque iniziativa di difesa.
Kleinfeld però forse è un uomo d’iniziativa, uno di quelli che: “Il General Counsel alla fine è un burocrate…” e ahimè agisce, forse d’impeto, forse da solo e “passa all’azione”. Compone, possiamo anche questo ancora solamente immaginare, in compagnia del fornitore di cotanta preziosa “intelligence”, una lettera per il CEO di Elliott, tale Singer (http://im.ft-static.com/content/images/6832952c-25b3-11e7-a34a-538b4cb30025.pdf ) Un florilegio di innuendo, che alludono esplicitamente a un “great time” (virgolettato nel testo) che Singer avrebbe vissuto a Berlino nel corso del mondiali di calcio del 2006. La lettera, (un arma artigianale che inesorabilmente gli scoppierà in faccia) ha una marcata connotazione intimidatoria che sorprende per ingenuità e insufficiente discernimento. Non sorprende, se non piacevolmente invece il tenore della risposta, meritata e piuttosto self-indulgent, del General Counsel di Elliott http://newarconic.com/content/uploads/2017/04/April-12-Zabel-Letter-to-Arconic-Board.pdf ) che indirizzata all’intero board, punta impietosamente il dito contro Kleinfeld: restituisce il pallone che il mittente aveva pure allegato alla sua perla e, senz’appello, ne sancisce la esecuzione a cura del Board di Arconic. Con tanti saluti alla “Teamgeist”. aufwiedersehen Klaus!