Il Tar della Lombardia, sezione quarta, con la sentenza 499/2018, ha respinto i ricorsi presentati da Vitali e Stam Europe per annullare il bando con cui Arexpo ha individuato il partner per l’ideazione e lo sviluppo del masterplan per lo sviluppo dell’area su cui si è svolta l’esposizione universale. La gara era stata vinta da Lendlease, come capofila di consorzio, lo scorso 9 novembre. Il Tar ha dichiarato improcedibili i ricorsi condannando le società soccombenti a 50 mila euro di spese di giudizio.
Lipani Catricalà ha rappresentato e difeso Arexpo, con un team composto da Damiano Lipani (in foto), Francesca Sbrana, Luigi Mazzoncini e Anna Mazzoncini.
Lendlease, abitualmente assistita dai partner di R&p Legal Roberto Randazzo e Lorenzo Lamberti, in questo giudizio è stata rappresentata e difesa da Lorenzo Lamberti, responsabile del dipartimento di diritto amministrativo, e Pasquale Morra, senior associate, con l’assistenza degli associate Angelo Melpignano e Silvia Lazzati.
Pricewaterhouse Coopers Advisory è stata rappresentata e difesa da Francesco Stallone, Giovanni Stefanin e Guido Ajello, di PwC Tls.
La vicenda riguarda l'affidamento della ideazione, dello sviluppo e della gestione del progetto di rigenerazione urbana dell'area Expo Milano 2015 (circa 1 milione di metri quadrati di superficie e 480 mila metri quadrati di superficie lorda di pavimento), con un valore stimato pari a 2 miliardi di euro e della durata di 99 anni, avviato da Arexpo con una gara comunitaria a procedura ristretta nel gennaio del 2017 e aggiudicata nel novembre dello stesso anno al Rti capeggiato dalla società Lendlease.
Il progetto posto a base della gara costituisce uno tra i più importanti e ambiziosi interventi di riqualificazione urbana attivati nel Paese negli ultimi anni, finalizzato a soddisfare anche interessi pubblici di particolare rilievo.
L’obiettivo di Arexpo è, infatti, quello di realizzare a Milano in una delle aree urbane più infrastrutturate e accessibili del sud Europa, il Parco della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione, valutando l’Esposizione Universale del 2015 come un’occasione per un ridisegno complessivo, integrato e unitario di un’area strategica, che riposiziona l’immagine del territorio, valorizza le eredità dell’evento del 2015 e attiva processi di sviluppo socio-economico sostenibile.
La decisione del Tar Lombardia e le relative motivazioni confermano la bontà di una procedura di selezione innovativa, basata su un complesso mix di ideazione, progettazione, realizzazione e gestione affidato a un unico interlocutore privato, chiamato a integrare nel progetto il percorso urbanistico volto alla realizzazione dello Human Technopole, del Campus delle Facoltà scientifiche dell’Università Statale di Milano e dell’Irccs Galeazzi che, insieme, costituiscono le funzioni di interesse pubblico che caratterizzano lo sviluppo dell’ex sito Expo Milano 2015 e la cui realizzazione guiderà lo sviluppo dell’intera area.
Uno dei punti su cui si fondava il ricorso era la partecipazione di PwC alla cordata Lendlease quando proprio loro avevano redatto i punti in base al quale era stato elaborato il masterplan. L'accusa sosteneva che PwC avesse favorito o addirittura posto le basi per la vittoria di Lendlease, con la quale infatti poi si alleava. Ma il giudice ha respinto questa ipotesi: "Dalla documentazione versata in atti risulta evidente che Pricewaterhouse non ha partecipato alla redazione degli atti della gara all’esame del collegio, bensì alla predisposizione delle linee guida, che costituivano documentazione che è servita per la predisposizione degli atti di gara. Dunque, la partecipazione di Pricewaterhouse riguarda una fase propedeutica a quella della predisposizione della procedura concorsuale in questione".
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