L’organizzazione come requisito necessario per una gestione corretta ed efficace di uno studio. Questo l’obiettivo di Asla (Associazione italiana degli Studi Legali Associati) che, insieme a Uni (Ente Italiano di Normazione) ha sviluppato la nuova “Prassi di riferimento” per il settore legale.
Si tratta di una serie di documenti che intende costituire una guida per la definizione di modelli organizzativi funzionali alle esigenze della professione, con particolare attenzione all’analisi e al controllo dei rischi tipici dell’attività degli studi legali.
Nell’operazione sono stati coinvolti anche Rina (Registro Navale Italiano), in qualità di esperto tecnico indicato da Asla, nonché Accredia (Ente Italiano di Accreditamento) come sostenitori del progetto.
«Per la prima volta in Italia è stata approntata una normativa tecnica volontaria che indica agli studi quali sono i modelli di organizzazione più aggiornati e le prassi per la gestione e il controllo dei rischi professionali» – spiega a TopLegal Fulvio Pastore Alinante (in foto) – «La prassi di riferimento è uno strumento innovativo che mette a disposizione di tutti gli avvocati italiani le esperienze e i modelli organizzativi degli studi associati».
Il progetto, sviluppato con l’aiuto di Uni nel corso di tutto il 2017, trae origine dalle esperienze di certificazione volontaria che Asla ha organizzato con Rina e i propri studi membri a partire dal 2014, ed è concepito per consentire agli studi legali di sottoporsi a certificazione della conformità della prassi di riferimento. Tra gli ambiti di interesse presi in carico dalla prassi vi sono l’organizzazione interna dello studio, l’individuazione e la distribuzione delle responsabilità, nonché l’analisi e il controllo delle attività maggiormente soggette a rischio in ambito professionale.
Professione avvocato