Il silenzio dei cantanti. Gli artisti italiani preparano una settimana di “sciopero della musica” per fine giugno. La protesta è diretta contro il download. TopLegal, nel numero in uscita a giugno, intervista Giorgio Assumma, l’avvocato delle star che dirige la Siae.
Cosa pensa del fatto che alcuni ritengono il diritto d’autore un ostacolo al mercato? Non diciamo da anni che il futuro della nostra industria è il concept in Italy non più il made in Italy?
Gli istituti del diritto d’autore, tesi a garantire la salvaguardia economica degli autori, non hanno mai ostacolato la crescita del mercato e la diffusione della cultura. Anzi è proprio l’attribuzione agli autori di un potere di gestione della circolazione delle loro opere, che li induce a una sempre maggiore creatività.
Per quanto riguarda la musica e il cinema, le vendite dei supporti materiali sono in costante picchiata: come si può garantire il futuro di questa industria? A suo parere le aziende devono cominciare a riconvertirsi seriamente?
È importante che chiunque lavori nel mondo dell’industria culturale si unisca per affrontare in modo compatto il cambiamento che stiamo vivendo. Così come è altrettanto importante che si attivi anche lo Stato, per aiutare certi settori. Penso in particolare, per quanto riguarda la musica, a una revisione dell’aliquota IVA, e ad altre iniziative di sostegno ecc.
La Fimi sta studiando la possibilità (assieme ai legali dello studio Lgv di Milano) di colpire anche sul piano civile i singoli download: è un obbiettivo realizzabile?
Poiché il download, in base alla vigente normativa penale, configura un reato, ne deriva che anche sul piano civilistico si può configurare una responsabilità risarcitoria degli artefici del reato.
Tutto questo discorso si staglia su uno sfondo culturale che è sempre più caratterizzato dal mito della gratuità: come si fa a far accettare l’idea che pagare per ascoltare musica, guardare un film, leggere delle notizie sia giusto?
È importante far capire che la creazione di un’opera dell’ingegno (musica, film etc.) è il frutto di un lavoro non dissimile da tutte le altre forme di prestazione personale. Ed il lavoro, quale che sia il suo genere, va sempre adeguatamente compensato. Ecco perché la vigente normativa riconosce all’autore il diritto di ottenere, per ogni utilizzazione della sua opera, un compenso separato ed autonomo. La Siae, ligia al disposto della legge, da sempre si impegna affinché tale principio sia attuato.
Non crede che la legge in materia sia obsoleta e quindi che vada messa mano in tempi rapidi alla normativa? Quali sono gli interventi più urgenti?
In più sedi si stanno studiando ed elaborando interventi idonei a soddisfare i diritti degli autori in un clima equilibrato contemporaneamente con gli interessi della cultura, nelle sue varie forme e modalità di accesso alle opere intellettuali.