Clifford Chance, Gianni Origoni Grippo Cappelli e Di Gravio sono gli studi coinvolti da Astaldi nella cessione alla società turca Ic Ictas Sanayi ve Ticaret delle proprie quote relative alla concessione per la realizzazione e gestione del terzo ponte sul Bosforo in Turchia. L’operazione è valutata in 315 milioni di dollari.
Secondo quanto risulta a TopLegal, Gianni Origoni insieme a Di Gravio ha seguito Astaldi nella trattativa con un team composto dal partner Francesco Gianni e dal senior associate Claudia Lami.
Clifford Chance, invece, ha assistito Ic Ictas Sanayi ve Ticaret. Lo studio, in particolare, ha assistito Ictas nell'ottenimento dell'autorizzazione dell'operazione straordinaria da parte del Tribunale di Roma, davanti al quale pende la procedura concordataria di Astaldi, con un team composto dal partner Fabio Guastadisegni e dal senior associate Andrea Tuninetti Ferrari, mentre per gli aspetti corporate dell'operazione ha agito il partner Umberto Penco Salvi.
Considerato il beneficio atteso per i creditori di Astaldi, per effetto della cash injection derivante dal pagamento del prezzo di acquisto, l'operazione riveste carattere strategico sia per il settore infrastructure che per la procedura concordataria. Astaldi, assistita da Gianni Origoni e Di Gravio, è stata ammessa lo scorso agosto dal tribunale di Roma nella procedura di concordato preventivo in continuità aziendale,
all’esito del deposito del piano e dell’avveramento delle condizioni inizialmente poste da Salini Impregilo all’offerta irrevocabile su cui si fonda il piano concordatario. Il piano, in particolare, prevede l'intergrazione di Astaldi in Progetto Italia, il progetto per rilanciare le grandi opere in Italia che vede il coinvolgimento di Salini Impregilo e Cdp Equity.
Sono state proprio le vicende annesse al ponte sul Bosforo, a seguito della crisi politica e valutaria della Turchia, a far precipitare nel 2018 la situazione finanziaria di Astaldi, costretta a deliberare un rafforzamento patrimoniale da 2 miliardi con annesso aumento da 300 milioni, che prevedeva l’ingresso dei giapponesi di Ihi Corporation. L'operazione però non è andata in porto e nel settembre 2018 Astaldi ha così presentato domanda di concordato in bianco, non potendo più assicurare l'onorabilità dei 2,5 miliardi di euro di debito accumulati, di cui circa 900 milioni in bond e 1,6 miliardi da linee di credito concesse da un pool di banche, tra cui UniCredit,Intesa Sanpaolo, Banco Bpm, Bnp Paribas.
Il salvataggio di Astaldi dipende dalla pronuncia degli obbligazionisti, ma soprattutto dall’ok delle banche, alcune delle quali hanno aderito anche al Progetto Italia. Il sì da parte dei creditori, atteso il 26 marzo, è dato per scontato. Gli unici a bocciare la proposta presentata da Astaldi sono stati i titolari del bond senior 2020 da 750 milioni di euro, riunitisi in assemblea i primi di marzo. A fine febbraio i portatori del bond convertibile da 140 milioni l’hanno invece approvata. Il via libera da parte dei creditori e degli obbligazionisti è necessario per l’integrazione di Astaldi nel Progetto Italia. In caso di mancata approvazione, l’alternativa sarebbe invece l’apertura di una procedura di amministrazione straordinaria.
TAGS
Clifford Chance, Di Gravio, Di Grazio, Gianni & Origoni FrancescoGianni, FabioGuastadisegni, UmbertoPenco Salvi, ClaudiaLami, AndreaTuninetti Ferrari