Dal 1966, anno della sua costituzione, ad oggi, fine 2011, il sistema di autodisciplina pubblicitaria ha governato – tra alti e bassi – il mondo della pubblicità commerciale. Da allora sono stati 21.275 i casi trattati e risolti, dei quali 18.758 dal Comitato di controllo e 2.517 dal Giurì.
Nel 2011 il Comitato di controllo ha trattato 902 casi (857 del 2010), di cui 665 risolti in via breve (senza alcun contenzioso), emettendo 106 ingiunzioni di desistenza e inoltrato 29 istanze al Giurì (27 casi su 29 hanno trovato conferma dall’organo giudicante quali messaggi ritenuti non conformi al Codice di autodisciplina). Ben 102 i pareri rilasciati dal Comitato di controllo prima della diffusione del messaggio (82 nel 2010), dato che conferma il significativo lavoro preventivo svolto dal Comitato, il cui effetto è una ragionevole certezza della correttezza del messaggio.
Nel pari periodo, il Giurì ha emesso 74 pronunce, di cui 29 su istanza del Comitato di controllo e 45 su istanza di parte. Questo dato è inferiore al 2010, quando il Giurì complessivamente emise 87 pronunce.
Il 2011 ha registrato inoltre la conferma di alcuni dati che rendono l’esperienza autodisciplinare italiana unica nel suo genere anche se confrontata con le autodiscipline pubblicitarie europee. Oltre il 70% dei casi trattati dal Giurì è stato risolto tra 8 e 12 giorni liberi lavorativi, il 17,7% tra 13 e 16 giorni e solo l’8,8% dei casi ha richiesto oltre 16 giorni.
Insomma un sistema che funziona.
Federico Unnia