AVVOCATI E GIURISTI D'IMPRESA, UNA COLLABORAZIONE POSSIBILE

21-07-2011

AVVOCATI E GIURISTI D'IMPRESA, UNA COLLABORAZIONE POSSIBILE

Le possibili sinergie tra avvocati e legali d’impresa sono state al centro di un importamnte convegno da poco tenutosi a Roma, presso il Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour.
L’evento ha avuto soprattutto un’alta rilevanza “politica” visto che si è trattato di una delle prime occasioni ufficiali e pubbliche di incontro tra i vertici istituzionali della professione forense e i rappresentanti della categoria dei giuristi d’impresa.

Il fatto che l’evento si sia tenuto a Roma non stupisce. L’ordine capitolino, che dal febbraio 2010 è presieduto dall’avvocato Antonio Conte (nella foto) è stato il primo a promuovere e costituire una commissione (coordinata dall’avvocato Ferdinando Emanuele) che riunisce gli iscritti all'elenco speciale, ovvero gli avvocati di enti pubblici e di società ex pubbliche o a partecipazione pubblica (oltre mille solo nella capitale, interni a Consob, Banca D'Italia, Finmeccanica, Enel o Eni, per fare alcuni esempi) e che ha l’obiettivo di aprire una discussione scientifica su temi cari ai giuristi d'impresa, come legal privilege, assolvimento degli obblighi formativi e rapporti con i colleghi del libero foro.

Il convegno organizzato dall’Ordine degli avvocati di Roma ha visto la partecipazione, fra gli altri, di Paolo De Fiore, presidente del Tribunale di Roma, Guido Alpa, numero uno del Coniglio nazionale forense e di numerosi general counsel e direttori affari legali: Mauro Gigante (Finmeccanica), Salvatore Cardillo (Enel), Marino Perassi (Banca d’Italia), Massimo Mantovani (Eni), Gabriella Porcelli (Philip Morris Italia), Pier Paolo Cotone (Banca Nazionale del Lavoro), Marcella Panucci (Confindustria), Raimondo Rinaldi (Esso italiana), Alessandro Napolitano (Sace), Antonino Cusimano (Telecom Italia), Maurizio Marchetti (Ferovie dello Stato), Raffaele Rizzi (Banca Monte dei Paschi di Siena), Andrea Sandulli (Poste Italiane), Luigi Gasparini (Poste Vita).

Quella dell’Ordine di Roma, spiega Conte «è una visione prospettica costruttiva che deve essere intesa come un confronto tra esperienze concrete che può e deve essere considerato in modo positivo». Con tutta probabilità, lo scorso 12 luglio, a Roma, è stato mosso un primo fondamentale passo verso il pieno riconoscimento di una delle anime più innovative (e strategiche per lo sviluppo del sistema Paese) dell’avvocatura italiana, quella d’impresa.


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