Avvocati stacanovisti? Allora non piangete miseria!

01-04-2009

L'avvocato che lavora molto non può guadagnare poco. E il Fisco può contestare un reddito maggiore di quello dichiarato basandosi sul numero di ricorsi presentati e di cause discusse nell'anno. Anche se in molti casi l'avvocato rappresentava iscritti al sindacato ricevendo per questo "compensi assai ridotti". Questa è la conclusione della Cassazione che ha confermato una sentenza d'appello della commissione tributaria nei confronti di un legale di Roma.
L'Agenzia delle Entrate, basandosi sugli atti processuali firmati dall'avvocato, aveva contestato, per l'anno 1992, un reddito effettivo di circa 360 milioni di lire contro i 12,7 milioni dichiarati. In primo grado, nel 2000, i giudici accolgono il ricorso del legale ma in appello, nel 2002, la decisione viene ribaltata anche se la magistratura tributaria riduce a 52 milioni l'imponibile calcolato dal Fisco.
Sia il ministero delle Finanze, sia l'avvocato presentano quindi ricorso in Cassazione. Ma i giudici della quinta sezione tributaria della Suprema Corte, hanno respinto entrambi i ricorsi confermando la condanna a pagare le tasse su 52 milioni e non sui 12 dichiarati. In particolare, la Corte conferma che a fronte di "ricorsi civili e amministrativi per oltre 200 clienti", le 25 fatture presentate dal legale lasciano spazio ad una rettifica del reddito. Inutilmente l'avvocato si è difeso sottolineando che soltanto una minima parte dei ricorsi presentati nel 1992 sono giunti a sentenza e che, di conseguenza, le parcelle non sono state riscosse. Inoltre, ha aggiunto il civilista, nei casi di patrocinio nell'interesse degli iscritti al sindacato - la Uil Scuola - gli accordi prevedevano che i compensi venissero liquidati "solo in caso di esito positivo delle vertenze".
In ogni caso, stando alle motivazioni dei giudici d'appello confermate dalla Cassazione, "il reddito dichiarato è inadeguato sia come fonte si sostentamento conforme al decoro richiesto dalla professione esercitata, sia per il pagamento delle spese generali per lo studio". E a questo proposito i magistrati considerano anche "le spese di mantenimento di una Lanca Thema Turbodiesel" utilizzata all'epoca dall'avvocato. Tuttavia la Cassazione ammette che nemmeno il Fisco ha precisato quante, tra le 200 cause del 1992, sono giunte a sentenza e perciò ha ritenuta corretta la riduzione a 52 milioni del maggior reddito. Un calcolo, precisa la Corte, "basato sulle tariffe minime professionali riferite alla sola voce 'redazione del ricorso'".


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