Quando si parla di investitori internazionali è più facile sentire citare i limiti ostativi imposti dalla legge o dalla burocrazia italiana, piuttosto che le norme incentivanti. Eppure, c’è un particolare settore in cui, nella competizione tra le varie legislazioni, la legge italiana offrirebbe interessanti vantaggi ai player stranieri. Si tratta degli investimenti in società in crisi. «Per chi decide di investire rilevando rami aziendali da società in crisi, la legge italiana è una delle migliori del mondo», lo ha scritto Francesco Marotta (in foto), specialista in materia di ristrutturazioni e partner di Ey, nel volume The Italian Chance For Restructuring. E lo ha ribadito recentemente agli investitori cinesi in un incontro istituzionale organizzato dall'Ambasciata Italiana a Pechino al quale è intervenuto l’ambasciatore Ettore Sequi. TopLegal ha chiesto a Marotta di spiegarne le ragioni.
Quali settori sono più appetibili per gli investitori cinesi e perché?
Direi senz’altro food, fashion, real estate, banking e insurance. I primi tre segmenti rappresentano il core del made in Italy: il cibo, la moda, l’ambiente. Gli ultimi due hanno prospettive di sviluppo immense: per una banca che si propone di erogare finanziamenti, oggi il mercato italiano (raso al suolo dalla crisi) potrebbe costituire un’opportunità simile a quella che si presentava ai costruttori di immobili all’indomani del conflitto bellico, del pari le assicurazioni, se colgono l’opportunità di assistere la ripresa, fungendo da cerniera per ristabilire il rapporto di fiducia tra banche e imprese, non conosceranno nei prossimi anni limiti al loro sviluppo.
Perché gli investitori cinesi dovrebbero interessarsi alle società in crisi italiane?
L’Italia, nei settori di interesse degli investitori cinesi, ha aziende leader nel mercato nazionale e spesso anche in quello mondiale. Alcune di queste sono in crisi. In una situazione di crisi un investitore ha senz’altro maggiori opportunità ma anche più rischi. Se riescono a impostarsi operazioni in cui i rischi vengono gestiti rimanendo sotto controllo, l’interesse degli investitori, ivi inclusi i fondi cinesi, è scontato.
Come si può investire in maniera sicura in Italia, evitando i rischi di revocatoria o di natura penale?
Tutte le operazioni di dismissione di asset di una società in crisi italiana, previste nei relativi piani attestati ex art. 67 L F, o in accordi di ristrutturazione del debito ex art. 182 bis L F o in piani di concordato preventivo (siano essi in continuità o liquidatori), possono essere realizzate con esclusione di rischi di revocatoria e di responsabilità derivanti dall’applicazione di norme penali.
Nella competizione tra le varie legislazioni, quali vantaggi offre la legge italiana?
Il sistema previsto dalla nostra legislazione per la dismissione dei suddetti asset è efficace e flessibile, perché consente da un lato di selezionare i rami aziendali oggetto delle operazioni e dall’altro di realizzarle senza rischi di contestazioni future per l’investitore. Sotto questo profilo, la legge italiana è, per chi decide di investire rilevando rami aziendali da società in crisi, una delle migliori del mondo.
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