Private equity

Bain Capital prende il 99,9% di Fedrigoni, gli studi

Coinvolti Gianni Origoni Grippo Cappelli, Latham & Watkins, Kirkland & Ellis, Carnelutti, Pirola Pennuto Zei e Canestrari Crescentini

17-04-2018

Bain Capital prende il 99,9% di Fedrigoni, gli studi

Con la partecipazione degli studi Gianni Origoni Grippo Cappelli,Latham & Watkins, CarneluttiKirkland & EllisPirola Pennuto Zei e Canestrari Crescentini, si è perfezionata la cessione del 99,9% di Fedrigoni al fondo di investimento statunitense Bain Capital. La famiglia Fedrigoni resterà nel capitale della società con una quota di minoranza. L’enterprise value è pari a circa 640 milioni di euro.

Gianni Origoni Grippo Cappelli, con un team guidato dal partner Stefano Bucci (in foto) e composto dal senior associate Andrea Dardano e Aldo Turella, ha assistito San Colombano, la finanziaria della famiglia Fedrigoni, nella cessione del 99,9% di Fedrigoni a Bain Capital.

Carnelutti, con i partner Carlo Pappalettera e Filippo Grillo, per la parte corporate e con il partner Claudio Lichino per la parte finanziaria, ha assistito un ramo della famiglia Fedrigoni, rappresentato da Chiara Medioli e Giovanna Fedrigoni, nel reinvestimento, insieme al fondo statunitense Bain Capital, nella società Fedrigoni

Latham & Watkins ha assistito il fondo Bain Capital con un team composto dai partner Cataldo Piccarreta e Giovanni B. SandicchiGiorgia Lugli, Silvia Milanese e Jacopo Frontali per gli aspetti di diritto societario, dal partner Marcello BraglianiGabriele Pavanello, Erika Brini e Eleonora Baggiani per quanto riguarda gli aspetti finance di diritto italiano. Kirkland & Ellis ha invece assistito Bain Capital per gli aspetti finance di diritto inglese.

Sempre un team di Latham, composto dal partner Cataldo Piccarreta e dagli associate Giorgia Lugli e Valerio Di Mascio, ha curato per Bain il reinvestimento in Fedrigoni di Chiara Medioli e Giovanna Fedrigoni.

Gli aspetti fiscali e la struttura dell’operazione sono stati seguiti per conto di Bain Capital da Pirola Pennuto Zei, con un team composto dai partner Stefano Tronconi, Andrea Vagliè, Nathalie Brazzelli e Federico Conte, e per conto di Fedrigoni, da Silvana Canestrari e Leonardo Crescentini, name partners dello studio Canestrari Crescentini.


Il closing dell’operazione era soggetto, fra l’altro, all’ottenimento dell’autorizzazione da parte della Banca Centrale Europea il cui iter è stato seguito dai medesimi team di legali sovramenzionati.

Fondata nel 1888 e con sede a Verona, Fedrigoni, di proprietà dell’omonima famiglia, è specializzata fin dalle sue origini nella produzione di carte fini per stampa, editoria, etichette, legatoria, packaging e cartotecnica ed è fra i maggiori produttori in Europa di carte speciali e prodotti autoadesivi per l’etichettatura.

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