Il sistema della vigilanza sugli intermediari finanziari sarà presto rivoluzionato. Il disegno di legge sulla riforma dell’Authority presentato al Consiglio dei Ministri prevede la soppressione dell’Isvap e della Covip, rispettivamente gli istituti di vigilanza sulle assicurazioni e sui fondi pensione. Le loro competenze, secondo quanto previsto dalla bozza, saranno ripartite tra Banca d’Italia e Consob. Si tratta quindi di una tappa fondamentale per il sistema finanziario italiano, considerato l’avvio nel nostro paese della riforma previdenziale.
«Il sistema della vigilanza sugli intermediari finanziari in Italia» afferma Paolo Luccarelli (in foto), partner di Galante e Associati «è oggi impostato secondo un modello ibrido. Seppure con qualche approssimazione, possiamo dire che, tra Banca d’Italia e Consob, il riparto delle competenze avviene sulla base di un criterio per “finalità”. Alla prima è affidata la vigilanza (regolamentare, informativa e ispettiva) c.d prudenziale (contenimento del rischio e stabilità patrimoniale) dell’operatore finanziario. Alla seconda, spetta, invece, la vigilanza sulla “trasparenza” e sulla “correttezza” dei comportamenti. Accanto a tali autorità, sono presenti Isvap e Covip, competenti invece per soggetti o settori. All’Isvap viene infatti affidato il controllo delle società assicurative e del mercato assicurativo (con riferimento sia alla sana e prudente gestione, sia alla trasparenza e correttezza dei comportamenti), alla Covip quello sui fondi pensione (ancora una volta con la duplice vocazione sopra menzionata).
«Con il nuovo disegno di legge» continua Luccarelli, «l’attuale modello viene superato: Isvap e Covip saranno integrati, per gli aspetti relativi alla trasparenza e alla correttezza dei comportamenti, all’interno della Consob; mentre per i profili che attengono alla stabilità degli operatori e del sistema finanziario, nell’ambito della Banca d’Italia. Appare quindi evidente come il legislatore voglia sposare definitivamente il modello di vigilanza per finalità, in luogo di quello – cui pure in passato ha fatto ricorso – per materia e per soggetti».
Nel caso in cui tali disposizioni venissero tramutate in legge, per gli operatori, dal punto di vista sostanziale non dovrebbe cambiare nulla. Tuttavia in capo alle autorità potrebbero verificarsi problemi di adeguamento. La bozza inoltre prevede anche la soppressione dell’Ufficio Italiano Cambi, le cui competenze passano alla Banca d’Italia, e del Cicr. Ma prevede la nascita del nuovo Comitato per la stabilità finanziaria.