L'affaire Banca Etruria sembra destinato presto a sfociare in un'azione di responsabilità da centinaia di milioni di euro contro gli ex vertici. È su questo fronte che sta lavorando l’avvocato Giuseppe Santoni, nominato dal 9 dicembre commissario liquidatore della residual entity, vale a dire l'entità giuridica rimasta dopo la separazione delle attività conferite alla «good bank» - la Nuova Banca dell’Etruria presieduta da Roberto Nicastro - dai crediti in sofferenza girati alla «bad bank», Rev, alla cui presidenza è stata chiamata l’ex magistrato Livia Pomodoro.
Insieme a Santoni, l'azione di responsabilità sarà portata avanti dal comitato di sorveglianza composto da Antonio Pironti (presidente), Toni Atrigna e Andrea Guaccero.
Per arrivare a presentare le carte in tribunale mancano però due passaggi. Innanzitutto l’individuazione, da parte di un perito nominato dalla procedura, delle operazioni di mala gestio che hanno portato al dissesto dell’istituto.
In secondo luogo, bisognerà individuare i soggetti contro cui promuovere la causa. Al momento del commissariamento, nel febbraio 2015, presidente dell’istituto era Lorenzo Rosi, con vicepresidenti Pier Luigi Boschi e Alfredo Berni. Il direttore generale era Daniele Cabiati, subentrato nell’agosto 2014 a Luca Bronchi. Fino al 2014 l’istituto era stato retto dallo storico presidente Giuseppe Fornasari.
Penale