Il Tar Lazio (prima sezione, presieduta da Giorgio Giovannini) ha accolto il ricorso dei 23 istituti di credito multati lo scorso agosto dall'Antitrust per pratiche commerciali scorrette e ha annullato le sanzioni che ammontavano a un totale di oltre 10 milioni di euro.
Numerosi i legali, sia professori sia soci degli studi d'affari, che hanno affiancato gli istituti nei ricorsi (presentati separatamente) al Tar.
Credem e Ubi Banca sono state assistite da Davide Cacchioli (nella foto), partner di Pedersoli e Associati, insieme al professore Angelo Clarizia.
Banca Popolare di Milano è stata seguita da Orrick, e in particolare dal managing partner Alessandro De Nicola, Michele Bertani, Marco Dell'Antonia e Gabriele Biasini.
Bnl, Banca Antonveneta, Credito Artigiano, Banca Nuova e Popolare di Vicenza sono state seguite da Fabio Cintioli, di Bonelli Erede Pappalardo. Carige è stata seguita dallo stesso Cintioli e da Claudio Tesauro, partner dello stesso studio, con il professore Piergiorgio Alberti.
Banca popolare di Verona e Banca popolare di Lodi sono state seguite da Giuseppe Franco Ferrari, professore e titolare dell'omonimo studio legale.
Carire (gruppo Bipop) ha scelto come advisor lo studio legale D'Ercole e in particolare Stefano D'Ercole, Domenico Bonaccorsi e Nicola Palombi.
La Banca popolare di Sondrio è stata assistita dal professore Gianfranco Garancini e da Emanuela Romanelli. Montepaschi, invece, dall'avvocato Alessandro Corvini.
Infine, Banca Sella si è affidata al socio di Gianni Origoni Grippo Antonio Lirosi, Intesa SanPaolo al professore Guido Greco e Deutsche Bank a Marcello Clarich, partner di Freshfields.
L'indagine dell'Antitrust era partita lo scorso aprile in seguito alle segnalazioni dell'associazione Altroconsumo e di alcuni cittadini che avevano chiamato il call center dell'Antitrust. In oggetto il comportamento delle banche che avrebbero orientato il cliente a scegliere al posto della portabilità del mutuo una opzione più costosa e avrebbero addebitato oneri non dovuti e fornito informazioni incomplete e inesatte.
L'Antitrust attende adesso di valutare le motivazioni alla base della sentenza, anche alla luce di un possibile ricorso in sede di Consiglio di Stato. All'eventuale ricorso potrebbero unirsi anche alcune associazioni dei consumatori.
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