di Valentina Magri
Il tema dei rischi ambientali non è nuovo per le banche, che se ne stanno occupando da fine 2020. All’epoca risale infatti la pubblicazione da parte della Bce delle sue aspettative su come gli istituti di credito debbano incorporare i rischi legati a clima e ambiente nei loro processi di erogazione/monitoraggio del credito e gestione del rischio.
Ci si riferisce, in particolare, ai rischi di transizione e fisico. Il rischio di transizione è legato alla necessità di un’impresa di sostenere i costi e/o finanziare gli investimenti necessari per effettuare la propria transizione verso zero emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050, così come richiesto dal Green Deal europeo. I rischi fisici riguardano, invece, costi e/o investimenti che un’impresa deve sostenere per fronteggiare i danni causati da manifestazioni climatiche avverse sui propri siti produttivi e/o sul valore degli immobili a garanzia di un finanziamento. Tali rischi possono avere un impatto peggiorativo sui rischi a cui è esposta l’attività bancaria, come rischi di credito, mercato, reputazionali ecc.
«Ne consegue che ogni banca deve aggiornare il proprio framework di gestione dei rischi al fine di tener conto di come il potenziale verificarsi dei driver legati a clima e ambiente ne aumenti l’esposizione ai rischi e, quindi, ne riduca i livelli di patrimonializzazione a parità di altre condizioni», spiega Raffaele Barteselli, responsabile transizione e sostenibilità di Banco Bpm. Barteselli approfondirà il tema nel suo intervento all’interno dell’Esg Summit di TopLegal. L’evento, che si terrà mercoledì 18 settembre 2024 a Milano presso la Sala delle Colonne della banca, è rivolto a direttori legali aziendali e giuristi d’impresa, esperti di compliance, direttori affari societari, responsabili della sostenibilità, responsabili marketing e comunicazione delle aziende. L’Esg Summit è organizzato in collaborazione con Banco Bpm e sostenuto dai supporter Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), Consumers’ Forum, World Energy Council (Wec) Italia, EticaNews e dal sustainability partner Up2You.
Barteselli nel corso dell’evento illustrerà nel dettaglio il framework di Banco Bpm, che ha sviluppato un rating “Climate” basato su un approccio a notching, che modifica il rating regolamentare in senso positivo o negativo a seconda degli score di rischio fisico e di transizione assegnati alle imprese con cui lavora. «In ogni caso, è essenziale che banche e imprese collaborino in modo ancor più stretto in questi ambiti al fine di condividere le informazioni necessarie per poter ottenere una valutazione Esg che rappresenti l’effettiva situazione dell’impresa in tali ambiti consentendo, quindi, alla banca di darne un’adeguata rappresentazione all’interno dei propri portafogli», chiarisce Barteselli.
Alle banche, che hanno livelli di emissioni di anidride carbonica derivanti dalla propria operatività del tutto contenuti, è chiesto di valutare anche le emissioni finanziate, cioè le emissioni dei clienti che la banca finanzia o nei quali la banca investe. L’obiettivo è di indirizzare i flussi di finanziamento verso quelle imprese che, a parità di altre condizioni, dimostrano maggiore sensibilità nei confronti di tematiche di sostenibilità climatica, ambientale, sociale e di buona governance. Ciò presuppone, ad esempio, che l’impresa cliente sia in grado di calcolare i propri livelli emissivi, attuali e prospettici, lungo tutta la propria catena del valore (value chain).
«In assenza di informazioni precise, complete e tempestive, una banca non può fare altro che fissare i propri obiettivi di decarbonizzazione usando dati stimati, esponendosi al rischio di effettuare valutazioni imprecise della sostenibilità di un’impresa e, quindi, di assumere decisioni indesiderate sulla composizione dei propri investimenti qualora i dati effettivi saranno materialmente diversi da quelli stimati, con le ovvie conseguenze, anche reputazionali, sul proprio business», illustra Barteselli. Lato impresa, l’assenza di informazioni può portare a conseguenze negative nei rapporti con la banca sia in termini di concessione del credito sia di pricing, non permettendo di valorizzare pienamente il profilo di sostenibilità climatica e ambientale dell’azienda.
«Investire non solo sul percorso di transizione ma anche, e aggiungerei soprattutto, sull’adattamento del business aziendale ai cambiamenti climatici, è fondamentale per contribuire fattivamente nel medio e lungo termine alla sostenibilità aziendale di medio e lungo termine che, naturalmente, deve essere l’obiettivo principale di qualsiasi iniziativa imprenditoriale», conclude Barteselli.
Raffaele Barteselli sarà relatore all’Esg Summit di TopLegal. Clicca qui per iscriverti gratuitamente all’evento