Il cambio di nome e di simbolo rischia di costare salato a Forza Italia, citata per 30 milioni di euro dalla Federazione dei liberali. La Federazione, assistita dagli avvocati Fortunato Taglioretti, Giammarco Brenelli e Giovanni Leone, ha citato danni Michela Vittoria Brambilla e i responsabili di Forza Italia, accusati di avere utilizzato in modo abusivo il marchio Partito delle Libertà per il periodo tra agosto e dicembre 2007. I convenuti sono assistiti da Giuseppe Sena e Paola Tarchini, soci fondatori dell'omonimo studio legale.
Michela Vittoria Brambilla, assieme allo studio Jacobacci & Partners, lo scorso agosto aveva depositato il marchio per conto di Silvio Berlusconi (in foto). Il Cavaliere aveva dichiarato che la registrazione del nome, prima ancora che venisse costituito il nuovo partito, serviva proprio a evitare che qualcuno decidesse di usare la stessa sigla.
Tuttavia, lo stesso nome era già stato registrato nel 2004 da Raffaello Morelli, presidente della Federazione dei Liberali.
«Chi ha registrato il nome non ha verificato in modo completo», dichiara a TopLegal Giammarco Brenelli, avvocato e membro del comitato direttivo del Partito delle Libertà. «Lo stesso nome e lo stesso simbolo erano infatti già riconosciuti dal ministero dell'Interno».
«Non si tratta di un marchio», ribatte Paola Tarchini, avvocato della Brambilla « ma di un nome a dominio che non dà un diritto esclusivo a chi lo deposita. Quando il nome è stato registrato eravamo già a conoscenza del domain name».
La prima udienza sulla questione si terrà presso il Tribunale di Milano il prossimo 9 aprile.
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