«Gli ordini professionali devono vigilare sul rispetto della deontologia, e non su quello che entra nelle tasche degli iscritti. Una scorrettezza deontologica è non dichiarare i guadagni. Nel mio studio tutto quello che riguarda le parcelle è trasparente», ribadisce a TopLegal Annamaria Bernardini De Pace, la nota divorzista (tra i suoi clienti figurano Eros Ramazzotti, Simona Ventura, Katia Ricciarelli e Romina Power) sospesa per tre mesi dal Consiglio nazionale forense, (su richiesta di Alessandra Noli, rappresentante dell'Ordine milanese) per aver presentato ai clienti parcelle troppo alte, in cui figurano alcune migliaia di euro di “spese stragiudiziali”.
Una sanzione che, per gravità, è seconda solo alla radiazione dall'albo e in merito alla quale Bernardini De Pace, assistita dalla penalista Caterina Malavenda si prepara a fare ricorso in Cassazione.
«Non chiederò un risarcimento per i danni subiti anche se questa decisione ha delle importanti conseguenze economiche perché, anche non lavorando devo pagare i miei collaboratori (lo studio è una corazzata che conta circa 30 specialisti, ndr) e le spese di gestione», aggiunge l'avvocato. «Ci tengo però a sottolineare come gli ordini debbano concentrare la loro attenzione all'etica e alla deontologia. La trasparenza e il funzionamento del mercato si garantiscono facendo rispettare i minimi tariffari, e non imponendo le voci tariffarie che risalgono al 1933».
La divorzista si rifà infatti all'articolo 2 del tariffario forense che recita che «gli onorari e i diritti sono sempre dovuti all'avvocato dal cliente indipendentemente dalle statuizioni del giudice sulle spese giudiziali» e sottolinea come sia possibile integrare la parcella con la tariffa stragiudiziale.
«La tariffe prevede solo la giudizialità della separazione. Ma il lavoro da fare è moltissimo e deve essere retribuito», continua Bernardini De Pace, «Inoltre ho impostato il lavoro nello studio sul modello americano e ogni caso è affidato a un team di specialisti che lavorano insieme. Abbiamo incontri con gli psicologi, i commercialisti e molti altri specialisti e ognuno deve ricevere un giusto compenso».