Tutti parlano di gender equality, diffusamente e da tempo. Ma l’impressione è quella di una situazione statica, incapace di evolvere, al di fuori di slogan. Eppure, la parità di genere è un bene per tutti, uomini inclusi. È questo il punto di partenza di Together, il progetto di Bird & Bird, che ha preso avvio oggi, 29 novembre, con un incontro a Milano, presso la Fondazione del Corriere della Sera. Promotori del progetto Together sono tutti i soci dello studio capitanati dai due managing partner, Giovanni Galimberti e Raimondo Maggiore che insieme alle senior associate Afra Casiraghi, Claudia Ricciardi e Rossella Sansone hanno come obiettivo principale l'essere promotori di un reale cambiamento culturale e di una forte presa di coscienza all'interno del team.
«Per me e Giovanni non poteva esserci riconoscimento maggiore di essere scelti come Best place to work (lo studio ha vinto in questa categoria nell'ultima edizione dei TopLegal Awards, svoltasi lo scorso 20 novembre a Milano ndr). Tuttavia, sappiamo che la vittoria di questo premio deve essere uno stimolo per miglioraci perché quando si parla di gender equality abbiamo ancora molto da imparare dai nostri colleghi europei», ha dichiarato Raimondo Maggiore, riferendosi in particolare alla sede francese dello studio, prima in classifica tra gli uffici di Bird & Bird negli indici sul superamento del gender gap. «L'Italia - ha proseguito - è un paese in cui bisogna ancora combattere quella che è stata definita la "svalutazione ontologica" della donna. Non si tratta di un problema di donne e per donne, perché sono gli uomini a dover cambiare per primi, riconoscendo i privilegi di cui volontariamente o involontariamente godono in virtù del loro genere».
«Il privilegio è invisibile a chi lo ha. Questo è il principale motivo per cui è complesso superare il gender gap. Per poter affrontare un qualunque limite bisogna prima riconoscere la realtà delle cose. Bisogna ingaggiare i giusti uomini per poter raggiungere una reale gender equality. Senza uomini, l'obiettivo è irraggiungibile», ha affermato con forza Michael Kimmel, Suny Distinguished Professor of Sociology and Gender Studies alla Stony Brook University, per la prima volta in Italia, che ha osservato il tema sotto la lente della sociologia. Sottolineando, con occhio al business, che: «Un'azienda che raggiunge la reale consapevolezza del valore aggiunto di team "diversi" e implementa delle policy concrete è un'azienda più produttiva».
Ma è così vero che la gender equality porta, se realizzata, un vantaggio tangibile alle imprese professionali? Non nutrono alcun dubbio in merito i partecipanti al dibattito promosso da Bird & Bird: Elisabetta Sgarbi, Direttore Editoriale de La nave di Teseo, il notaio Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione del Corriere della Sera, e Barbara Stefanelli, vice direttore del Corriere della Sera. Tutti hanno concordato nell'affermare che gender equality non vuol dire quote di genere, ma vuol dire scegliere le persone migliori, indipendentemente dal loro genere. Solo attraverso policy Hr volte a reclutare i talenti migliori si potrà raggiungere una effettiva parità di genere, che non significa prevedere una percentuale di presenza femminile al di là dei singoli meriti, ma vuol dire riuscire a creare dei team di lavoro misti, in cui la diversità è rispettata. Perché poter contare su diversi punti di vista migliora il business.
Quali sono allora i fattori frenanti di una vera gender equality? A questo e ad altri interrogativi Together proverà a offrire le proprie risposte nei prossimi mesi per superare, all'esterno e all'interno di Bird & Bird, gli impedimenti che le donne ancora trovano nel raggiungere ruoli di leadership.
TAGS
Bird & Bird RaimondoMaggiore, GiovanniGalimberti, AfraCasiraghi, PiergaetanoMarchetti, ClaudiaRicciardi, RossellaSansone