Strategie

BonelliErede apre a Dubai

Intervista a Stefano Simontacchi e Marcello Giustiniani: «Vogliamo proporci come studio di riferimento per gli investimenti diretti in Africa»

27-11-2017

BonelliErede apre a Dubai

 

BonelliErede ha aperto una nuova sede a Dubai. La mossa si inserisce nel più ampio progetto Africa che già un anno fa aveva portato l’insegna, guidata dai co-managing partner Stefano Simontacchi e Marcello Giustiniani, a sbarcare al Cairo e ad Addis Abeba. Al contrario di quanto fatto in Etiopia ed Egitto, negli Emirati lo studio ha scelto di aprire una propria sede indipendente senza per ora stringere alleanze con specifici studi locali. Una strategia motivata da un preciso obiettivo di posizionamento sulla piazza araba: proporsi non come studio locale ma come realtà in primis volta ad intercettare gli investimenti internazionali diretti in Africa e che passano per la piazza di Dubai.  La nuova sede verrà presidiata in loco da un team di tre avvocati: Marco De Leo e John Shehata, local partner, e dal senior associate Roberto Flammia. A questi si aggiunge il coordinamento del partner Andrea Carta Mantiglia, che assume la carica di executive chairman e che è stato responsabile della sede di Londra tra il 2012 e il 2016 prima dell’arrivo di Massimiliano Danusso. «Siamo l’unica law firm ad avere una sede a Dubai con la missione principale di proporsi come studio di riferimento per gli investimenti diretti in Africa», hanno commentato Simontacchi e Giustiniani in un colloquio con TopLegal.

 

Qual è il posizionamento che cercate sulla piazza di Dubai?
Oggi a Dubai ci sono tantissime law firm internazionali e le licenze per operare nella free zone Dubai International Financial Center, dove abbiamo aperto la nostra sede, vengono concesse con meno facilità rispetto a qualche anno fa. Gli studi internazionali in loco svolgono soprattutto attività di banking and finance, M&a ed assistenza a società arabe che investono in Europa. Al contrario, noi siamo gli unici che hanno come missione principale quella di intercettare mandati connessi ad investimenti internazionali in Africa. A tal proposito, sono molte le multinazionali che hanno il proprio headquarters a Dubai che sta sempre più diventando un hub per gli investimenti diretti in Africa. Uno dei casi recenti più eclatanti è stata per esempio la decisione di Deutsche Bank di spostare la propria sede regionale per l’Africa dal Sud Africa a Dubai.

Come si inserisce Dubai nel percorso fatto fin qui?
La scelta è in totale coerenza con le aperture a Il Cairo e ad Addis Abeba. L’apertura a Dubai è  particolarmente sinergica con la nostra presenza in Egitto, essendo questo Paese considerato il tempio del diritto di tutto il mondo arabo: a Dubai la gran parte dei giuristi è egiziana. Inoltre agli occhi degli studi locali noi non ci posizioniamo come competitor, come invece accade negli altri Paesi africani, ma come potenziali partner: ci limiteremo infatti ad esercitare il diritto applicabile nella free zone Difc e ci focalizzeremo su practice come M&a, project finance, fiscalità internazionale, arbitrati internazionali, diritto dell’arte e dei beni culturali e compliance.

Avete già stretto accordi con qualcuno?
Diversamente da quanto facciamo in Africa, la sede di Dubai è indipendente: al momento, abbiamo rapporti privilegiati, senza alleanze esclusive, con alcuni studi locali. Sarà il nostro team a trainare lo sviluppo della sede. Il team è composto da due local partner (Marco De Leo e John Shehata) e da un senior associate (Roberto Flammia), da diversi anni in forze a BonelliErede e fino ad oggi basati a Milano. Si tratta di professionisti attivi nel corporate e M&a, nel banking e nel project finance, tutti membri dell’Africa Team ed esperti in mandati cross-border e di Medio Oriente. Andrea Carta Mantiglia si dividerà tra la practice italiana e il coordinamento della nuova sede di Dubai.

Qual è il primo bilancio di questo anno “africano”?
Il bilancio è positivo: al momento abbiamo una cinquantina di pratiche aperte, per una varietà di  clienti che include anche società che non erano nostri clienti prima dell’avventura africana e attivi in molteplici settori industriali come costruzioni, energy, logistica, manifatturiero, ferroviario, turistico e dei servizi finanziari. Oltre ad Egitto ed Etiopia, stiamo anche operando in una serie di altri Paesi come Tanzania, Mozambico e Sudafrica, assieme a studi locali. Un risultato che era nei piani ma non scontato: abbiamo ormai sviluppato e stiamo continuando a rafforzare un network di studi locali primari nelle diverse giurisdizioni. Questo è stato possibile anche grazie ad un importante lavoro svolto da due nostri soci che hanno incontrato e selezionato studi locali nei vari Paesi. È stato inoltre strategico l’ingresso in BonelliErede di Laurence Shore, star americana degli arbitrati internazionali, da Herbert Smith Freehills, che ha portato ulteriore expertise rispetto a quelle già presenti nel nostro Focus Team Arbitrati Internazionali e presso il nostro partner egiziano, Tarek Riad (Managing Partner di Kosheri Rashed & Riad) che tra l’altro è Chairman del Dubai International Arbitration Center. Le operazioni delle imprese internazionali in Africa sono primariamente connesse ad investimenti infrastrutturali, che per loro natura possono facilmente generare controversie rilevanti e complesse, la cui soluzione viene devoluta ad arbitrati internazionali; una competenza specifica in questo campo è quindi essenziale per uno studio legale che vuole avere un ruolo primario nel continente.

Su quali mandati siete al lavoro?
Siamo impegnati in mandati di svariata natura e dimensione che includono, tra gli altri,  assistenza nella costituzione di entità giuridiche, supporto nella partecipazione ad alcune gare d'appalto, assistenza in relazione a contratti di joint venture e consulenza su tematiche di compliance. Non possiamo fare disclosure sui nomi dei clienti, ma possiamo affermare che stiamo assistendo primarie aziende italiane e internazionali, alcune delle quali divenute nostre clienti proprio su pratiche africane.

Per quanto riguarda i mandati di Dubai?
Pur avendo appena aperto la sede, che è quindi operativa, abbiamo già ottenuto diverse pratiche. In particolare, stiamo lavorando con importanti gruppi facenti capo a note famiglie emiratine che stanno investendo in Europa, oltre che con aziende europee, ad esempio del settore farmaceutico, interessate ad investire negli Emirati ed in generale nell’area del Golfo. Naturalmente, contiamo nel breve di iniziare ad ottenere anche mandati connessi ad investimenti diretti in Africa.

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BonelliErede, Herbert Smith Freehills, Kosheri Rashed & Riad MassimilianoDanusso, MarcelloGiustiniani, AndreaCarta Mantiglia, StefanoSimontacchi, MarcoDe Leo, RobertoFlammia, JohnShehata, LaurenceShore


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