«Il 2012 delle M&A? Dipenderà dal middle market e dai club deal». Lo sostiene Daniele Bonvicini (in foto), uno che di acquisizioni se ne intende, visto che si tratta della practice di punta dello studio Blf, venti avvocati ad alta specializzazioni per una boutique che, non a caso, è a due passi da Mediobanca. Il che significa che cambiano i target, cambiano gli obiettivi e cambiano anche i protagonisti. Con una progressiva uscita di scena delle banche.
È l'avvio di un nuovo modello?
Diciamo che sono finite le operazioni a grande leva, e questo si traduce in una sorta di disintermediazione bancaria. Entrano in gioco altri soggetti, riuniti in club deal con una logica meno speculativa e orizzonti più industriali.
Cosa cercano questi investitori?
Le operazioni diventano più complesse. Chi acquista significa che ha trovato l'asset giusto e, talvolta, questi club arrivano anche ad apportare capitale di credito, ossia a finanziare quella parte di leva che le banche non riescono a sostenere.
Quali settori si muoveranno?
Il middle market, perché è quello con le migliori realtà industriali, ma giunte a fasi difficili della propria esistenza. L'Italia sarà preda di acquisizioni da parte di investitori esteri. Le operazioni continueranno a riguardare il lusso ed è probabile che andrà bene anche l'alimentare.
Per chi ha a che fare con operazioni strutturali come le M&A, il rapporto personale con l'azienda è cruciale. Cosa ne pensa dei limiti ai doppi incarichi nei board delle società finanziarie?
In generale, credo che il ruolo di consigliere sia un'esperienza formativa importante, ma anche un lavoro impegnativo, e che quindi vada affrontato con coscienza. Gli incarichi molteplici, perciò, ritengo non siano coerenti con l¹impegno e generino unicamente conflitti. Dunque, sono favorevole a sciogliere gli eventuali intrecci. Soprattutto, dovesse esserci più di un incarico, non possa essere nello stesso settore.
Altro tema caldo, la società di capitali. Una volta risolto il tema del controllo, che ritengo debba restare ai professionisti (e quindi giudico positivo l'intervento del governo sul limite ai soci finanziari), ritengo che l¹opportunità di una società di capitali sia da considerare una cosa positiva.
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