Stando ai dati raccolti dalla ricerca TopLegal sul settore Lavoro appena conclusasi, cambiano gli equilibri del mercato legale nell’ambito labour. Il consenso tra consulenti e clienti è tanto categorico quanto unanime: le boutique di lavoro, una volta insuperabili, sono ora a un punto di svolta.
Le difficoltà hanno diverse radici. Tra i problemi contingenti, l’attenzione inadeguata alla governance interna – che costituisce la minaccia principale per assicurarsi un domani – nonché la mancanza di struttura e cultura internazionale per intercettare la clientela straniera.
Le difficoltà strutturali sono ancora più acute. Una strategia insostenibile negli ultimi anni ha abbinato un approccio al mercato caratterizzato dalla vendita sottocosto dei servizi legali con politiche di reclutamento pagate a peso d’oro. Inoltre, l’incapacità di prevedere i cambiamenti in atto ha fatto incentrare le strategie di business su un mercato in declino. Il mercato che maggiormente mostra segni di una seria ristrutturazione ed è vicino al suo esaurimento è soprattutto Roma, dove saranno colpite le insegne della Capitale legate al contenzioso e alle grandi aziende pubbliche e parapubbliche.
Finora la risposta delle boutique di fronte al ridimensionamento del mercato si è articolata in due approcci distinti.
Il primo è stato quello di riorganizzarsi all’interno, razionalizzando la struttura per raggiungere una maggiore redditività – anche a costo di perdere soci – e adottando nuovi modelli di governance. In questa ottica, secondo la ricerca condotta da TopLegal, gli effetti del Jobs Act potrebbero stimolare un ripensamento di strategia per le insegne che hanno in passato investito in mercati regionali o periferici.
Il secondo ha comportato guardare oltre l’Italia e cercare un approccio, se non uno sbocco, internazionale. Tra i primi a muoversi secondo questa linea è stato lo studio Toffoletto (ora Toffoletto De Luca Tamajo): altri concorrenti hanno tentato varie strade per raggiungere lo stesso obiettivo. In questa prospettiva vanno letti l’accordo di Ichino Brugnatelli con KStudio; alcuni lateral hire per intercettare clienti stranieri e multinazionali – l’ingresso di Sharon Reilly in Lablaw, per esempio – nonché l'entrata in associazioni internazionali – come quella di Lexellent in Ellint (Employment labor lawyers international) – che permettono agganci in altri paesi europei.
Una terza via proviene dalla necessità di offrire un comprovato track record nei singoli ambiti. In futuro questo potrebbe portare le boutique a stringere accordi con studi full-service che ancora non hanno sviluppato certe specializzazioni giuslavoristiche in aree economiche specifiche.
In ultima analisi, e a causa delle notevoli criticità che le boutique potrebbero affrontare nei prossimi anni, si prevede una concentrazione verso un numero inferiore di attori con le aggregazioni di studi giuslavorisiti e persino il rischio, per gli attori più piccoli, di essere fagocitate dai vari studi full service. Forse il mercato è già entrato in questa fase, stando alle recenti mosse che ora sembrano aver superato la tendenza contrapposta vista negli ultimi anni quando si registravano in uguale misura scissioni e fusioni.
Tra le rotture consumatesi recentemente, una precedente fusione che aveva creato Help Persiani e che ora ha visto tornare all’indipendenza i due studi guidati da Aldo Calza e Mattia Persiani, e lo spin off Clc uscito da Fava.
Tra le aggregazioni di squadre, per contro, la fusione a tre che ha creato Piacci De Vivo Petracca, l’accordo di fusione fra Piras e Lexellent che ha permesso a quest’ultimo di aprire a Roma con tre soci (come Toffoletto qualche anno prima), quello di Bisatti & partners con Lablaw volto a rafforzare la sede di Padova, e Jurislab con Carnelutti. Altre insegne giuslavoristiche, infine, sono state assorbite in squadre con specializzazioni diffuse di diritto civile: è il caso di Racchi e De Benedetti confluito in Legalitax.
La ricerca del Centro Studi TopLegal sul Lavoro apparirà in versione integrale sul prossimo numero del TopLegal Review ad aprile.
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