Piazza Meda tra incudine e martello. Dopo l'avviso di garanzia scattato in questi giorni per gli ex vertici della Banca Popolare di Milano, il 29 aprile è attesa la prima udienza per la class action promossa da Federconsumatori.
Entrambe le azioni hanno la medesima origine: la vendita del prestito convertendo, la cui conversione è stata anticipata dal primo giugno 2013 al 29 dicembre 2011. A seguito di questo sono stati ben 15mila i risparmiatori-obbligazionisti danneggiati. Con perdite che arrivano fino al 90%.
Nella vicenda sono coinvolti l'ex presidente Massimo Ponzellini e gli ultimi due direttori generali, Enzo Chiesa (che, assistito da Piergiovanni Mandruzzato, socio di Lablaw, ha presentato la scorsa settimana le sue dimissioni dall'incarico) e Fiorenzo Dalu. Tutti indagati per truffa ai danni dei clienti della banca. Correntisti che avevano un profilo “prudente” erano stati, infatti, resi illegittimamente idonei all’acquisto di titoli “aggressivi” come quelli del convertendo.
E, come anticipato da TopLegal lo scorso 12 gennaio - ancora prima che la notifica ufficiale pervenisse a Piazza Meda -, sull'istituto grava anche la class action promossa da Federconsumatori. A coordinare l'azione, Massimo Cerniglia, consulente dell'Associazione e of counsel di LexJus Sinacta. È a lui che TopLegal ha chiesto di commentare gli sviluppi penali legati al convertendo. «La notizia non mi giunge nuova - afferma Cerniglia - il sostituto procuratore a dicembre aveva ascoltato anche Federconsumatori. Un'azione, quindi, era nell'aria». I magistrati milanesi Roberto Pellicano e Antonio Pastore, prima di firmare gli avvisi di garanzia, hanno infatti ascoltato centinaia di risparmiatori durante le scorse settimane. E l'avvocato continua: «D'altronde, la stessa Consob nel 2009 aveva accertato gravi irregolarità, invitando Bpm a desistere dal collocamento».
Ma, venendo alla class action, come procede l'azione? «Siamo in attesa della prima udienza, indicata in atto per il 29 aprile - risponde Cerniglia -. Allora si deciderà se sussistono i presupposti per andare avanti con l'azione di classe. Al momento non siamo stati contattati da alcuno studio legale. Ma la controparte si deve costituire entro 20 giorni dall'udienza. Quindi, fiduciosi, aspettiamo».
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