Bucchi & Micalella, con il partner Filippo Bucchi, ha ottenuto un successo in Consiglio di Stato nel giudizio d’appello proposto dal Consorzio Agrario Provinciale di Caserta e dal Ministero dello Sviluppo Economico per la riforma della sentenza del Tar Lazio, che aveva dichiarato il diritto di Smia, in qualità di creditore, di accedere ai documenti della procedura di liquidazione coatta del Consorzio.
Il Consiglio di Stato, confermando il principio secondo il quale ai fini dell'accesso è sufficiente un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l'accesso, si è soffermato su un aspetto peculiare della vicenda nella quale l’Amministrazione e il Consorzio avevano eccepito l’impossibilità di concedere l’accesso, asserendo che i documenti richiesti erano stati oggetto di furto.
Il Collegio, in accoglimento delle tesi di Smia, ha respinto il rilievo degli appellanti precisando che quando gli atti oggetto dell'istanza di accesso non sono più rintracciabili, la Pa o il diverso soggetto destinatario dell'accesso deve indicare, sotto la sua responsabilità, quali sono gli atti inesistenti che non è in grado d'esibire e se non siano facilmente ricostruibili, perché trasfusi in altri procedimenti. Inoltre il Collegio ha ritenuto che non è configurabile – in conseguenza del furto - una sorta d’inversione dell’onere della prova circa l’effetto utile dei documenti mancanti.
La sentenza del Tar è stata dunque confermata con condanna degli appellanti alle spese del giudizio d’appello.
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