Ricerca lavoro 2015

Cambiamento di stagione

Dal confronto tra modelli e strategie emerge un mercato sempre più polarizzato con nuovi equilibri tra gli studi legali

28-10-2015

Cambiamento di stagione


Stando ai dati raccolti dalla ricerca TopLegal, cambiano gli equilibri del mercato legale nell’ambito Lavoro. Grazie alle modifiche legislative del Jobs Act che prolunga gli effetti della Riforma Fornero, il settore si dimostra sempre di più polarizzato. Non solo: per quello che riguarda i suoi tradizionali protagonisti, il mercato si è addirittura capovolto. Fino a qualche anno fa, le boutique erano in netto vantaggio rispetto alle law firm e i grandi studi italiani full-service. Le riorganizzazioni aziendali e le conseguenti relazioni industriali volte spesso ai licenziamenti collettivi erano terreno di caccia soprattutto per le boutique. Il ruolo delle boutique era inoltre consolidato nel contenzioso, ambito in cui la capacità di mettere in campo strutture altamente specializzate si rivelava premiante.

Non più. Le novità presentate dal Jobs Act rappresentano certamente un punto di svolta del mercato giuslavoristico soprattutto perché i meccanismi introdotti sono volti alla riduzione dei contenziosi. Pertanto, ad essere pesantemente colpite dalla riforma sono le boutique di periferia che spesso fanno del contenzioso il loro core business. Dal nuovo equilibrio sembrano uscirne indenni solo gli studi internazionali – i quali, per costituzione e vocazione, hanno sviluppato già le competenze che richiede oggi il mercato – quelle boutique che guardano già da anni all’estero, e i grandi studi full-service. Questi ultimi, in particolare, grazie alla possibilità di legare l’attività giuslavoristica ad altre competenze quali il Corporate, l’Ip e il Finance in forte crescita.



Riaffiora il full-service
Ad oggi, solo due insegne – Toffoletto De Luca Tamajo e Trifirò & partners – secondo le segnalazioni del mercato, riescono ad incarnare pienamente le virtù del modello boutique e a ritagliarsi un posizionamento competitivo anche rispetto agli studi internazionali e full-service. Entrambi si collocano al vertice del mercato per la consulenza straordinaria, il contenzioso e il diritto sindacale e le relazioni industriali. Mentre a Roma, viene considerato tra le più rilevanti squadre giuslavoristiche in Italia Maresca Morrico Boccia & associati.

Tuttavia, la novità risiede nel rafforzamento sul mercato legale degli studi internazionali e full-service grazie a un doppio consolidamento. Il primo riguarda la nuova esigenza dei clienti: con il contenzioso che va sempre più riducendosi, risulterà piuttosto premiante la capacità di fornire una consulenza trasversale strategica e preventiva. Il secondo riguarda una tendenza in corso da alcuni anni, per cui la scelta di consulenza giuslavoristica nelle operazioni da parte degli acquirenti stranieri che contano è spesso legata alla disponibilità di una squadra italiana riconosciuta anche sul lato corporate. Tra i soggetti di questa matrice considerati in crescita da parte degli osservatori, i dipartimenti di Baker & McKenzie, Clifford Chance e Dla Piper, che hanno guadagnato una rilevanza soprattutto per il proprio network perché in grado di lavorare per il mercato internazionale. Anche nei casi in cui la practice di lavoro non è considerata strategica. Associato a questi nomi troviamo anche Norton Rose Fulbright, rafforzatosi con il recente arrivo del socio Attilio Pavone da Toffoletto De Luca Tamajo. Norton Rose Fulbright, secondo le segnalazioni della ricerca TopLegal, inizia ad avere un peso come protagonista soprattutto per il suo modello di lavoro e di governance.

Accanto alle law firm, vi sono alcuni studi full-service italiani capaci di associare insieme alla specializzazioni lavoristica il diritto civile – il societario in testa, ma sempre di più anche la proprietà intellettuale e il regolamentare – per creare forti sinergie tra dipartimenti. Secondo le valutazioni dei concorrenti, tali studi sono considerati in questi anni una spanna sopra a molte boutique, sia per clienti che per le competenze anche in consulenze internazionali. Si tratta in primis di Bonelli Erede Pappalardo e, su scala minore, un Chiomenti molto cresciuto grazie anche alle relazioni con gli investitori internazionali. Un’altra squadra che sta consolidando la propria presenza nel settore è Gianni Origoni Grippo Cappelli dopo aver costruito e amalgamato una practice per mettere insieme le competenze della squadra guidata da Paola Tradati, ex-managing partner dello studio Toffoletto, con un modello molto diverso da quello di una boutique. Infine, anche Legance e Nctm figurano fra le insegne segnalate come squadre che stanno allungando la propria sfera di azione.



Le criticità boutique
Altro discorso vale per le boutique specializzate. Il consenso tra gli osservatori e operatori del mercato legale è tanto categorico quanto unanime: le boutique di lavoro sono ora a un punto di svolta. Le difficoltà hanno diverse radici. Tra i problemi contingenti, l’attenzione inadeguata alla governance interna – che costituisce la minaccia principale per assicurarsi un domani – nonché una scarsa struttura e cultura del lavoro internazionale per intercettare la clientela straniera. Le difficoltà strutturali sono semmai ancora più acute. Una strategia insostenibile negli ultimi anni ha abbinato un approccio al mercato caratterizzato dalla vendita sottocosto dei servizi legali con politiche di reclutamento pagate a peso d’oro. Inoltre, l’incapacità di prevedere i cambiamenti in atto – tra cui l’importanza sempre maggiore delle Risorse Umane per cui le consulenze restano forti soprattutto per casi preventivi – ha fatto incentrare le strategie di business su un mercato in declino. Il mercato che maggiormente mostra segni di una seria ristrutturazione ed è vicino al suo esaurimento è soprattutto Roma, dove saranno colpite le insegne della Capitale legate al contenzioso e alle grandi aziende pubbliche e parapubbliche. Una situazione analoga si potrà verificare per la piazza di Napoli.
     
Finora la risposta delle boutique di fronte al ridimensionamento del mercato si è articolata in due approcci distinti. Il primo è stato quello di riorganizzarsi all’interno, razionalizzando la struttura per raggiungere una maggiore redditività – anche a costo di perdere soci – e adottando nuovi modelli di governance. In questa ottica, secondo la ricerca condotta da TopLegal, gli effetti del Jobs Act potrebbero stimolare un ripensamento di strategia per le insegne che hanno in passato investito in mercati regionali o periferici. Il secondo ha comportato guardare oltre l’Italia e cercare un approccio, se non uno sbocco, internazionale. Tra i primi a muoversi secondo questa linea è stato lo studio Toffoletto; e altri concorrenti hanno tentato varie strade per raggiungere lo stesso obiettivo. In questa prospettiva vanno letti l’accordo di Ichino Brugnatelli con KStudio; alcuni lateral hire per intercettare clienti stranieri e multinazionali – l’ingresso di Sharon Riley in Lablaw, per esempio – nonché l'entrata in associazioni internazionali – come quella di Lexellent in Ellint (Employment labor lawyers international) – che permettono agganci in altri paesi europei. Una terza via proviene dalla necessità di offrire un comprovato track record nei singoli ambiti. In futuro questo potrebbe portare le boutique a stringere accordi con studi full-service che ancora non hanno sviluppato certe specializzazioni giuslavoristiche in aree economiche specifiche.

In ultima analisi, e a causa delle notevoli criticità che le boutique potrebbero affrontare nei prossimi anni, si prevede una concentrazione verso un numero inferiore di attori con le aggregazioni di studi giuslavorisiti e persino il rischio, per gli attori più piccoli, di essere fagocitati dai vari studi full service. Forse il mercato è già entrato in questa fase, stando alle recenti mosse che ora sembrano aver superato la tendenza contrapposta vista negli ultimi anni quando si registravano in uguale misura scissioni e fusioni. Tra le rotture consumatesi recentemente, una precedente fusione che aveva creato hELP Persiani e che ora ha visto tornare all’indipendenza i due studi guidati da Aldo Calza e Mattia Persiani, e lo spin off Clc uscito da Fava. Tra le aggregazioni di squadre, per contro, la fusione a tre che ha creato Piacci De Vivo Petracca, l’accordo di fusione fra Piras e Lexellent che ha permesso a quest’ultimo di aprire a Roma con tre soci (come Toffoletto qualche anno prima), quello di Bisatti & partners con Lablaw volto a rafforzare la sede di Padova, e Jurislab con Carnelutti. Altre insegne giuslavoristiche, infine, sono state assorbite in squadre con specializzazioni diffuse di diritto civile: è il caso di Racchi e De Benedetti confluito in Legalitax.

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