Cancrini ha ottenuto una vittoria al Consiglio di Stato in merito al ricorso proposto da La Limonaia, per la riforma della sentenza del Tar Lazio – Roma, Sezione II ter, n. 12133/2015, concernente l’affidamento in concessione del noto punto di ristoro della Limonaia presso Villa Torlonia.
La società La Limonaia, infatti, ha ritenuto il provvedimento di aggiudicazione illegittimo lamentando che la stazione appaltante - Zetema Progetto Cultura società interamente partecipata da Roma Capitale - non avrebbe potuto indire la gara in quanto il sito denominato La Limonaia non era compreso tra i cespiti che Roma Capitale (proprietaria del bene) aveva affidato a Zetema Progetto Cultura perché né gestisse le procedure di sfruttamento.
Come correttamente dedotto da Cancrini, il rapporto di servizio in essere tra la Zetema Progetto Cultura e Roma Capitale non è da solo sufficiente ad attribuire alla prima il potere di disporre del bene, occorrendo, all’uopo, anche e soprattutto che lo stesso bene abbia costituito oggetto di uno specifico affidamento da parte dell’ente proprietario (Roma Capitale).
Arturo Cancrini (in foto), Francesco Vagnucci, Pietro Pomanti e Massimo Nunziata hanno quindi dedotto una censura idonea a salvaguardare l’interesse strumentale al rifacimento della gara.
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