Con sentenza del 13 giugno 2018 la Corte d'Appello di Roma, su ricorso curato da Carbonetti, con Francesco Carbonetti, Roberto Della Vecchia (in foto) e Emanuele Marrocco, ha definitivamente annullato le sanzioni amministrative a suo tempo irrogate dalla Banca d'Italia nei confronti della Npl Spa e dei suoi esponenti aziendali per carenze nell'organizzazione e nei controlli interni rilevate a seguito di accertamenti ispettivi.
In una prima fase, la Corte d'Appello di Roma aveva rigettato l'impugnazione - basata, tra l'altro, sulla tardività delle contestazioni mosse dall'Autorità, alla quale erano note da tempo le carenze in questione - ritenendo che la natura permanente dell'illecito dovesse far escludere ogni eccezione di tardività.
La Suprema Corte di Cassazione, invece - con sentenza n. 5868 del 2016, sempre su ricorso di Carbonetti- ha affermato che la natura permanente dell'illecito rileva ai fini del decorso del termine prescrizionale di cinque anni ex art. 28 L. n. 689/1981 (che inizia solo a partire dalla cessazione dell'illecito) e non anche ai fini del decorso del termine di contestazione ex art. 14 L. 689/1981. A questi ultimi fini, infatti, rileva il momento in cui l'Autorità disponga di elementi informativi sufficienti a dare impulso alla contestazione.
Alla luce di questo principio di diritto statuito dalla Suprema Corte, la Corte d'Appello di Roma in diversa composizione collegiale ha quindi riconosciuto alla Npl e ai suoi esponenti aziendali il diritto al rimborso integrale delle somme da loro corrisposte a fronte delle sanzioni irrogate, nonché la liquidazione in loro favore delle spese legali relative ai tre gradi di giudizio".