Il Tribunale Civile di Roma, con la recente sentenza n. 20022/2016, ha dato ragione a Paola De Dominicis, in qualità di erede di Gino De Dominicis, assistita da Giorgio Maria Perotto (in foto) di Carnelutti Roma e Andrea Colantoni, già partner di Carnelutti nel frattempo passato a Quorum.
Nel 2014, l’erede dell'artista scomparso nel 1998 ha promosso una causa civile nei confronti di Vittorio Sgarbi e della Fondazione Gino De Dominicis, di cui il critico d’arte è presidente, chiedendo la cessazione dell’uso indebito del nome dell’artista. Il giudizio civile promosso dall’erede, ora conclusosi in primo grado, ha lo scopo di tutelare il nome e l’opera di Gino De Dominicis, in quanto la fondazione presieduta da Vittorio Sgarbi sfrutterebbe il nome dell’artista scomparso, oltreché nella denominazione stessa dell’ente, anche online, tramite il sito web ginodedominicis.org, e svolgerebbe altresì attività di autenticazione ed expertise delle opere di Gino De Dominicis sotto l’egida del nome del celebre artista, senza il consenso dell’erede all’utilizzo del nome e dell’immagine del maestro.
Il Tribunale ha inibito nella maniera più assoluta ai convenuti l’ulteriore utilizzo indebito del nome di Gino De Dominicis in ogni modalità non espressamente autorizzata dall’erede avente diritto.
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