di Valentina Magri
È trascorso ormai quasi un mese dalla pubblicazione di Horos, la prima Carta dei principi per l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale (AI) nell’ambito forense da parte dell’Ordine degli avvocati di Milano. Il documento, articolato in 10 punti, si propone di tracciare confini chiari per l’utilizzo di tecnologie innovative, offrendo strumenti concreti per affrontare le trasformazioni in corso, tra cui un programma di alfabetizzazione rivolto agli avvocati e un osservatorio permanente sulle soluzioni di intelligenza artificiale per la giustizia.
Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano e founding partner di Lexalent, ha chiosato: «La nostra responsabilità, come giuristi, è doppia: rispondere a queste nuove esigenze di innovazione, e garantire che la rivoluzione tecnologica non intacchi i principi di umanità e i fondamentali etici e deontologici della nostra professione».
Il documento dell’Ordine degli avvocati giunge tardi per alcuni professionisti e in tempo per altri. La Carta giunge tardi per gli studi grandi e internazionali (gli early adopter / avanguardisti e i collaboratori) che si sono già mossi da tempo sul fronte dell’intelligenza artificiale. Il documento invece arriva puntuale per gli studi scettici o timorosi.
Non solo: il fatto che l’Ordine stia portando l’attenzione dei professionisti legali sul tema potrebbe fungere da “chiamata alle armi” per gli studi e i professionisti ancora restii ad avvalersi dell’intelligenza artificiale, che potrebbero acquisire maggiore consapevolezza sulla sua importanza e attrezzarsi di conseguenza.
L’articolo completo è stato pubblicato su TopLegal Digital di gennaio 2025 – n. 1. Registrati / accedi al tuo profilo per sfogliarla gratuitamente
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