E’ Chiomenti lo studio che in Italia nel corso del 2006 non solo ha chiuso il maggior numero di operazioni, ma anche quelle economicamente più rilevanti. Lo dice mergermarket pubblicando le tradizionali classifiche di fine anno. La squadra con 45 operazioni per un valore di 95 miliardi e 760 milioni di euro, fa un balzo rispetto dal 2005 di ben sei posizioni passando dal settimo al primo posto. Chiomenti è anche l’unico italiano a guadagnarsi un posto nella top-20 europea raggiungendo la 17esima posizione e a piazzarsi tra i primi quattro nel mercato dei Paesi dell’ex Unione sovietica.
Stabili invece le prestazioni di Bonelli Erede Pappalardo, studio che con 42 operazioni per 85 miliardi e 912 milioni di euro, conferma la posizione del 2005, mantenendo il secondo posto. Il team di Franco Bonelli comunque fa breccia tra i concorrenti anche in Francia dove raggiunge il 14esimo posto.
Il resto della classifica è prevalentemente dominato da studi stranieri: tra i primi 15 studi solo sette sono italiani. Molti gli inglesi, americani e spagnoli.
Freshfields, che in Italia è il terzo studio per volume, si piazza per primo sul mercato europeo (260 operazioni per 378 miliardi di euro). In Europa è seguito da Linklaters (275 deals per 337 muiliardi) e poi da Clifford Chance (305 operazioni per 670 miliardi). Chi sale e chi scende. Sulla classifica costruita sul valore delle operazioni è visibile l’ascesa di Latham & Watkins che in Italia guadagna il quarto posto risalendo addirittura dal 38esimo. Segue Pedersoli che guadagna il quinto posto arrivando dalla posizione numero 20. Nel balzo, il team italiano ha sorpassato sia Gianni Origoni Grippo sia Clifford Chance per valore delle operazioni. Tra le discese più rumorose: Cleary Gottlied Steeen & Hamiltom che precipita dal primo al decimo posto, e Gianni che scende dalla posizione 3 alla 7.
A livello europeo è degno di nota l’avanzamento di Skadden Arps Slate Meagher & Flom (dalla decima alla quarta posizione) e quella di Davis Polk & Wardwell (dal 17 al 7). Secondo mergermarket infine il mercato europeo del 2006 è stato caratterizzato da una maggiore attività di m&a: il valore dei deal dichiarati è del 29% superiore a quello del 2005.
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