«Insomma siamo arrivati alla fine». Comincia così l’ultimo post del blogger Duchesne, al secolo, Federico Baccomo, inventore di Studio illegale, intruso nel tempio dell’avvocatura d’affari della quale ha rivelato, prima sul Web e ora in un libro, tutte le perversioni e i paradossi.
Parte dall’inizio, Federico, ricordando di quando, il 29 aprile 2007, ha aperto il suo blog, una settimana dopo aver lasciato lo studio (FBD) in cui aveva lavorato tre anni (dopo due anni di pratica in uno studio tradizionale).
«Non ho mai inteso essere un eroe o un sovversivo (non con una cravatta rossa perlomeno), così come non ho mai pensato di giocare con la fiducia della gente (per mesi ho scritto con picchi massimi di sette lettori al giorno)» scrive Federico Duschesne che aggiunge, «l’anonimato è stata una scelta fatta il giorno che ho aperto questo blog, quando nulla di quello che sarebbe successo poteva essere anche solo sperato, una scelta comune a qualunque blogger, presa per il solo gusto di essere libero di raccontare quello che volevo, senza condizionamenti di sorta, senza dovermi giustificare o legittimare, semplicemente portare avanti questo spazio libero da vincoli e obblighi e influenze».
Ma la domanda che tutti si sono posti in questi giorni trova risposta in queste parole: «Questo blog arriva così alla fine del suo percorso e, messa alle spalle la malinconia che ha seguito l’averne preso coscienza, oggi sono convinto che sia giusto così. Il romanzo contiene tutto quello che volevo raccontare, di questo mondo professionale in particolare, e, più in generale, dell’ambizione e delle scelte di vita, naturalmente senza altro scopo che non fosse quello di divertire raccontando un lavoro ma, soprattutto, un professionista serio che non stava molto bene. Quello che avevo da dire è scritto lì e meglio non saprei fare».
Intanto, cominciano a spuntare tentativi di imitazione, come “studiotradizionale”, un blog che vorrebbe narrare le vicissitudini di chi fa questa professione alla corte del classico dominus e si dibatte tra carte bollate, cancellerie e fotocopiatrici. Inutile dire che la risposta della rete è stata negativa.
Duchesne ha rilasciato la sua prima intervista in assoluto a TopLegal. Era il numero di settembre ’08. Noi accettammo di ripettare il suo anonimato e realizzammo il servizio via mail (canale principe di comunicazione di un blogger).
Scegliemmo di non spingere sulla rivelazione dell’identità di Duchesne perché sapevamo che dare un volto a questa entità della Rete, significava ucciderla e perdere una voce preziosa che accresceva l’intelleggibilità del mondo chiuso degli studi d’affari.
A zittirlo ci hanno pensato altri. A noi non resta che fargli un “in bocca al lupo”.