CHIUDE WHITE & CASE ITALIA

Il managing partner, Sean Geary, farà ritorno a New York. Fuori tutti gli altri associati, tra cui i cinque local partners. L'operatività in Italia sarà mantenuta attraverso il counsel Galli.

22-10-2008

CHIUDE WHITE & CASE ITALIA

Alla fine a vincere sono stati coloro che scommettevano in una sua fuoriuscita dal mercato legale italiano. White & Case chiude i battenti dell'ufficio di Milano, che abbasserà la saracinesca il prossimo 30 novembre, data in cui scade tra l'altro il contratto di affitto della sede di via Meravigli.

Sean Geary (in foto), managing partner dello studio e l'unico in Italia ad avere la qualifica di socio equity, farà ritorno a New York, presso gli uffici di Manhattan. Gli altri quindici avvocati facenti parte del team non saranno più associati dello studio. Tra questi anche i cinque local partner, ovvero Federico Cavazza, Andrea De Santis, Marino Trancredi, Umberto Piattelli e Daniele Zanni.
 
In un comunicato stampa l'headquarter di White & Case ha dichiarato che “in questo momento il livello di investimenti richiesto per rendere efficiente l'operatività dell'ufficio milanese è più alto di quello che la law firm americana è disposta a sostenere”, sottolineando anche che “la decisione di chiudere l'ufficio di Milano è stata presa nell'interesse della law firm considerata a livello globale”. Lo studio fa comunque sapere che continuerà ad assistere i clienti italiani tramite il local counsel Massimo Galli, anche se quest'ultimo in realtà è operativo sulla piazza di Londra già da un pò.
 
In Italia, White & Case ha sempre avuto una vita travagliata. A partire dal 2005, quando gli americani decisero di chiudere gli uffici di Roma e Torino concentrandosi su Milano. Per poi perdere anche due managing partner, ovvero Alberto Morano, oggi alla guida in Italia di Sj Berwin, e Alessandro Varrenti, attualmente name partner dello studio CBA. Da tempo circolavano indiscrezioni sulla sua chiusura, sempre respinte dal managing partner Sean Geary che, più volte interpellato da TopLegal, confermava la politica di crescita dello studio, ventilando l'ipotesi di importanti lateral hire. Anzi, nell'estate di due anni fa, circolavano voci anche su un possibile local merger con il team italiano dell'allora Dewey Ballantine,  non confermate ufficialmente dalle parti.
 
Sarà da vedere ora che fine faranno gli avvocati dello studio. Il momento non è sicuramente dei migliori, considerati gli effetti che la crisi ha sugli obiettivi di fatturato degli studi legali. Nell'arena legale italiana restano comunque altri studi americani, come Shearman & Sterling, Latham & Watkins, Orrick, Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, Bryan Cave e, il già citato, Dewey & LeBoeuf.

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