di Valentina Magri e Claudia Ridolfo
Il ruolo dell’innovazione è da sempre fondamentale per lo sviluppo economico. Oggi il modello aziendale che introduce l’innovazione sul mercato è quello delle startup. Al contempo le aziende incumbent, come emerge dalla loro permanenza ai vertici di classifiche e indici borsistici (esempi: Fortune 500, S&P, ecc.), hanno una vita media sempre più breve a causa della concorrenza derivante dall’introduzione esponenziale dell’innovazione. «Infatti, dai dati emerge una diminuzione nel tempo medio necessario alle startup per diventare unicorni e la loro capacità di sostituirsi alle aziende leader di mercato in un processo conosciuto come distruzione creatrice, descritto da Schumpeter», dichiara Giorgio Ciron, direttore di InnovUp. Il tema sarà approfondito martedì 23 aprile a Milano presso Pambianco Hub all’interno del primo Tech Forum di TopLegal. L’evento è sostenuto dai media partner Decripto.org, Italia Economy e supportato da Clusit, InnovUp e Italian Tech Alliance. Tra i relatori anche Giorgio Ciron.
Le aziende consolidate, al fine di mantenere la loro posizione dominante nel mercato e competere a livello nazionale e internazionale, devono necessariamente continuare a innovarsi costantemente. A questo scopo, è essenziale che le corporate imparino a collaborare con le startup attraverso modelli di open innovation in una collaborazione vincente da entrambe le prospettive: da una parte, le aziende contribuiscono con capitali e tecnologie, mentre dall’altra le startup apportano competenze, team e innovazione.
Tuttavia, la principale sfida per le startup italiane è la raccolta di capitale. «L’Italia è notevolmente indietro rispetto a concorrenti come Francia e Germania, che investono rispettivamente dieci e sette volte di più», evidenzia Ciron. Questo gap di investimenti rappresenta un ostacolo significativo, specialmente per le startup nelle prime fasi di sviluppo, che necessitano di finanziamenti cruciali per competere. «Anche se sono stati compiuti sforzi per superare questa disparità, come dimostra l’intervento di Cdp Venture Capital con il suo piano industriale 2024-2028, è fondamentale attrarre più capitali, investimenti stranieri per migliorare ulteriormente il panorama delle startup italiane», sottolinea il direttore di InnovUp.
Un’altra necessità è la promozione dell’open innovation al fine di favorire la mobilitazione dei capitali delle aziende consolidate, garantendogli al contempo la capacità di innovarsi e competere a livello internazionale. Sul versante normativo, «sebbene lo Startup Act abbia rappresentato un progresso e in alcuni casi, un riferimento per altri paesi europei, ha più di dieci anni e necessita di un aggiornamento: lo Startup Act 2.0, cui stiamo lavorando con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per supportare l’imprenditorialità e lo sviluppo tecnologico», afferma Ciron.
Alcune proposte di Innovup per migliorare il quadro normativo includono: l’introduzione di incentivi per stimolare l’open innovation, l’aumento degli incentivi fiscali per le exit e per la sterilizzazione delle perdite conseguenti agli investimenti, la modifica di alcune regole del diritto societario per rendere più fluidi gli aumenti di capitale e l’utilizzo delle risorse raccolte e l’aggiornamento della tassonomia e degli incentivi agli incubatori certificati.