CLASS ACTION CONTRO LO STATO

Sarà presentata domani alla fiera agroalimentare Cibus di Parma, la Class action che un gruppo di imprese, assistite da Stefano Grassani (in foto) , responsabile del dipartimento di Antitrust e comunitario di Pavia e Ansaldo, sta avviando contro lo Stato. Venerdì scorso, infatti, è stata notificata la citazione dell’azione collettiva a Roma, che chiama in causa lo Stato, con la Presidenza del consiglio dei ministri e il Ministero Economia, e riguarda la responsabilità civile che l’Italia ha nei confronti delle aziende per effetto dei ritardi enormi maturati nella corresponsione dei rimborsi Iva. In ballo, dunque, oltre ai rimborsi, ci sono anche i danni provocati dal congelamento di cifre vitali all'attività imprenditoriale. «Ritardando i pagamenti - dice Grassani a TopLegal -, lo Stato ha violato dei principi, stabiliti a livello comunitario, ponendo le imprese in serie difficoltà finanziaria. A differenza di altri Paesi come la Francia, la Germania e il Belgio, dove i rimborsi avvengono in genere in 30 giorni, in Italia si va da 9 mesi a un anno e mezzo, quando non oltre».

L'Inalpi (azienda attiva nel settore lattiero caseario), prima firmataria della lite, per esempio, ha un credito di 8 milioni di euro, mentre altri operatori del settore, quali Granarolo, hanno dichiarato di vantare crediti Iva per circa 65 milioni di euro. Adesso si attende che anche altre aziende aderiscano all'azione di classe. Ma Grassani ritiene si possa già prevedere che, in caso di vittoria delle imprese, lo Stato rischia di erogare una cifra di centinaia di milioni di euro. 

La tipologia di lite adottata, inoltre, «è atipica - spiega Grassani - in quanto non è il consumatore a richiedere il rimborso, bensì le aziende. E si basa sul Litisconsorzio, che è una prassi che in passato è stata usata per cause riguardanti un gruppo di aziende contro un unico soggetto. Ma mai contro lo Stato». Adesso in attesa che anche altre aziende aderiscano, il prossimo novembre si terrà la prima udienza.