Interviste

Claudio Visco: «Vi racconto l'Iba 2018»

Le peculiarità, gli obiettivi e le opportunità del primo appuntamento italiano con l'Iba Annual Conference

14-05-2018

Claudio Visco: «Vi racconto l'Iba 2018»

 

Roma ha raggiunto un traguardo storico. Per la prima volta dalla sua costituzione, l'annuale conferenza dell’International bar association (Iba) si svolgerà in Italia. Il percorso di selezione è cominciato più di tre anni fa e tra le città concorrenti c'era anche Milano. Alla fine la capitale l'ha spuntata, anche grazie a un gruppo di avvocati romani guidati da Claudio Visco (in foto), managing partner di Macchi di Cellere Gangemi e vice presidente della Bar Issues Commission (Bic) che si occupa in particolare dei rapporti con gli Ordini Professionali e le law societies. Come ha sottolineato lo stesso Visco in un'intervista a TopLegal, "Si tratta di un contributo all’immagine dell’Italia e di Roma. Un’opportunità per avviare iniziative di collaborazione a livello europeo ed extraeuropeo sia tra avvocati che con i principali operatori economici sia italiani che stranieri".


Cosa vuol dire per Roma essersi aggiudicata l’appuntamento con l’Iba?

Non è stato facile portare questo evento a Roma anche perché le decisioni dell’Iba sulla scelta della sede per la conferenza annuale sono normalmente prese tre/quattro anni prima rispetto alla data dell’evento ed in quel momento i lavori per il completamento del Nuovo Centro Congressi dell’Eur (la “Nuvola”) erano di fatto bloccati anche in considerazione della situazione societaria di Eur SpA. A fronte della fiducia accordataci, è stato importante dimostrare che anche il nostro Paese è in grado di far fronte agli impegni assunti. Si tratta quindi di un contributo all’immagine dell’Italia e di Roma. Al contempo, la conferenza rappresenta un’opportunità per avviare iniziative di collaborazione a livello europeo ed extraeuropeo sia tra avvocati che con i principali operatori economici sia italiani che stranieri. 

Quali saranno le peculiarità dell’edizione romana?

La conferenza di Roma sarà sicuramente unica per la combinazione tra storia, cultura, raffinatezza culinaria e una serie di programmi di approfondimento sui temi più importanti per la professione legale. In particolare, l’evento sarà un’occasione di incontro tra professionisti impegnati nelle attività internazionali per discutere di temi di grande attualità quali la cyber security, la diversity e le prospettive future per la professione legale in questi anni di profonda trasformazione dell’economica mondiale. La cornice che Roma sarà in grado di offrire per gli eventi di carattere sociale che normalmente accompagnano la conferenza non ha precedenti nella storia dell’Iba. 

Quali sono gli obiettivi prefissati per questa edizione?

Speriamo di poter ricordare Roma come la città che è stata in grado di attrarre il maggior numero di partecipanti alla conferenza annuale che siamo convinti saranno quest’anno più di settemila. Siamo certi ed abbiamo già avuto modo di capire che molti dei delegati saranno accompagnati dalle loro famiglie e questa costituirà un’opportunità di incontro e di consolidamento di amicizie che vanno oltre gli stretti confini della professione legale.

Quali opportunità potranno essere colte dal mercato legale italiano e chi potrebbe avvantaggiarsene maggiormente?

Sicuramente i grandi studi associati che già operano in un ambiente fortemente caratterizzato dalla connotazione internazionale saranno quelli che beneficeranno maggiormente dell’iniziativa che molti di loro hanno contribuito a realizzare. Del pari, anche i professionisti organizzati in maniera più tradizionale saranno in grado di apprezzare le opportunità che l’esercizio della professione in forma strutturata ed organizzata imprenditorialmente può offrire alla categoria forense, soprattutto in un momento di forte crisi e trasformazione. Il fenomeno associativo rappresenta lo sbocco necessario per la professione legale e l’Iba lo rappresenta nel migliore dei modi.

Ci sono peculiarità tipiche della professione italiana, come l’esplosione del numero di professionisti o quella che ormai viene definita come “soglia di povertà” in cui versa una nutrita fetta di avvocati. Come si pone l’Iba rispetto a queste peculiarità del mercato legale italiano?

La conferenza di Roma e i soggetti che parteciperanno alla stessa da tutto il mondo offriranno i più diversi esempi di come la professione debba evolversi per adeguarsi alla domanda dei destinatari dei servizi legali soprattutto nei settore del diritto commerciale, societario e finanziario. L’utilizzo dello strumento associativo resta comunque fondamentale in quanto costituisce oggi il maggior gap tra l’Italia e quasi tutte le economie progredite ed il solo in grado di creare organizzazioni affidabili in grado di interloquire con un mondo imprenditoriale che è invece pienamente allineato ai migliori standard di mercato. Resta di difficile soluzione il problema di quei professionisti che si occupano principalmente di diritto di famiglia, locazioni, assicurazioni e diritti dei consumatori, il cui unico bacino di utenza è costituito dalle famiglie la cui propensione a considerare i servizi legali come una delle prime spese da tagliare nei momenti di difficoltà è sempre più crescente.

 

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